Daspo per 38 tifosi della Juventus. Per la prima volta a quattro ultrà bianconeri vietato l’ingresso allo stadio per 10 anni

Sono 38 i Daspo emessi nei confronti dei tifosi della Juventus coinvolti nell’indagine Last Banner del 16 settembre scorso. I provvedimenti sono stati disposti dal questore di Torino, Giuseppe De Matteis. Di questi 38 provvedimenti, 15 sono con obbligo di firma e in 12 casi riguardano le persone già oggetto delle misure cautelari emesse nei giorni scorsi. In quattro casi, che riguardano Gerardo Mocciola capo dei Drughi, e Umberto Toia capo di Tradizione, Salvatore Cava e Domenico Scarano, per la prima volta la misura restrittiva di accesso allo stadio avrà durata decennale, come previsto dal decreto Sicurezza Bis.

Sempre grazie a questa norma, per Mocciola e Toia è stato vietato anche di utilizzare apparati di comunicazione nelle 12 ore della giornata delle partite, e non potranno nemmeno vederle in televisione. Per altri quattro ultras il Daspo avrà durata di 7 anni, per altri 4 di sei anni. In altri 3 casi i Daspo avranno durata quinquennale, e riguardano soggetti denunciati in stato di libertà per violenza privata, e associazione a delinquere. Infine, negli ultimi 23 casi i Daspo sono senza obbligo di comparizione e di durata quadriennale, e pur essendo indagati per i medesimi reati, gli interessati da questa misura non avranno l’obbligo di firma poiché non hanno condanne pregresse.

Dodici Daspo riguardano tifosi non residenti a Torino, le altre 26 misure riguardano invece residenti nel comune di Torino. Sono invece in corso approfondimenti sul gruppo di tifosi che, durante l’ultima partita della Juventus a Brescia, ha esposto lo striscione del gruppo dei Drughi allo stadio Rigamonti. Attività d’indagine sono inoltre in corso per capire chi sono coloro che hanno affisso ieri notte dei manifesti inneggianti ai Drughi per le strade di Torino.