No a mediazioni al ribasso. Sul ddl Zan non si torna indietro. Il presidente della Commissione Giustizia, Perantoni: “Dal Vaticano un’ingerenza inaccettabile”

Una vera e propria “ingerenza”. Per il deputato M5S Mario Perantoni non ci sono altre parole per definire l’azione del Vaticano per frenare il ddl Zan.

No a mediazioni al ribasso. Sul ddl Zan non si torna indietro. Il presidente della Commissione Giustizia, Perantoni: “Dal Vaticano un’ingerenza inaccettabile”

Una vera e propria “ingerenza”. Per il deputato del Movimento cinque stelle Mario Perantoni non ci sono altre parole per definire l’azione del Vaticano per frenare l’approvazione del ddl Zan. Che, stando al parere della Santa Sede “viola l’accordo di revisione del Concordato”. Questo è quanto sostiene il Vaticano che, attraverso i canali diplomatici della Segreteria di Stato, è intervenuto per chiedere al governo italiano di modificare il disegno di legge contro l’omotransfobia, attualmente all’esame della Commissione giustizia del Senato dopo una prima approvazione alla Camera.

“È evidente che intervenire adesso vuol dire tentare di bloccare l’iter della legge nel momento in cui l’ostruzionismo parlamentare della Lega e dei suoi alleati su questo punto andava ad esaurirsi”, spiega ancora Perantoni.

Partiamo da principio, onorevole. Ingerenza: non le pare di esagerare?
“È un episodio davvero sorprendente. Agire in via ‘riservata’ per tentare di orientare la politica del Paese sembra davvero, per usare un eufemismo, una vera e propria ingerenza. Non mi pare di esagerare. Per non parlare poi di un altro aspetto”.

Sarebbe a dire?
“Ricordo che proprio in queste ore tredici Paesi europei si sono detti estremamente preoccupati per la legge ungherese che discrimina il mondo Lgbtq. Mi pare che sia una coincidenza che fa capire bene la sostanza: il Vaticano vuole sostenere Orban in questa deriva? Il presidente Draghi ha detto che domani (oggi, ndr) ne parlerà in Parlamento spero di sentire delle parole progressiste,chiare e definitive”.

E la tempistica? Il dibattito sul ddl Zan va avanti da tempo, perché proprio l’intervento della Santa Sede?
“È evidente che intervenire adesso vuol dire tentare di bloccare l’iter della legge nel momento in cui l’ostruzionismo parlamentare della Lega e dei suoi alleati su questo punto andava ad esaurirsi: in effetti questo è quello che stava succedendo e alla fine la dinamica parlamentare avrebbe sciolto naturalmente il nodo portando alla approvazione del testo. Il punto dunque è rispettare la volontà del Parlamento, non ci sono altre mediazioni possibili. Su questo voglio essere chiaro circa la posizione del Movimento 5 Stelle: il ddl Zan deve essere approvato”.

Non ci giriamo attorno: la politica è anche compromessi. E occorre trovarne, soprattutto, quando di mezzo c’è il Vaticano. Cosa si aspetta dal governo?
“È materia del Parlamento e all’interno del Parlamento c’è stato un lungo e approfondito dibattito, corredato da numerose audizioni, che ha permesso di arrivare a definire un testo come approvato dalla Camera”.

Un limite quindi, a suo avviso, oltre il quale non è possibile andare?
“Esattamente. È chiaro che il Senato ha la piena libertà di modificare il testo ma a questo punto sarebbe legittimo il dubbio: si tratta di modifiche dei colleghi senatori o del Vaticano?”.

Resta, tuttavia, il tema legato alla libertà di espressione. Ha ragione chi sostiene che il disegno di legge Zan rischia di comprimerla?
“Lo escludo decisamente. Del resto ricordo che l’attuale ddl Zan contiene, in larga parte, norme della proposta di legge a prima firma del sottoscritto e della collega senatrice Maiorino. Insomma, se non ci fosse stato il Movimento 5 Stelle, questo provvedimento non solo non sarebbe andato avanti ma, probabilmente, non sarebbe neppure partito. E noi non avremmo mai avallato una legge repressiva. Dal punto di vista del Movimento ribadisco che c’è estrema compattezza e ferma volontà di dare risposte alla società civile che chiede norme contro le discriminazioni e l’istigazione all’odio e alla violenza per motivi sessuali”.

Intanto Lega e FdI esultano per l’altolà del Vaticano. Mentre il Pd pare diviso. Non teme che di fronte a queste posizioni contrastanti ci sia il rischio che il provvedimento non ottenga la maggioranza a Palazzo Madama o possa essere modificato nel suo impianto originario?
“Di fronte a questa materia, come ad altre che riguardano le coscienze individuali evidentemente, è chiaro che ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie scelte. Credo, però, che il Partito democratico non volterà le spalle a Zan e non ho motivi di dubitare della sua compattezza”.