De Benedetti straccia la tessera del Pd per sposare Calenda

Tanti saluti al Pd. Carlo De Benedetti contro il Partito democratico: "Ha conquistato la borghesia e ha perso il popolo".

Da forza capace di attrarre cittadini e imprenditori, a partito delle elite che ha dimenticato i suoi stessi valori fondanti per restare arpionato alle posizioni di potere. In estrema sintesi è questo il lapidario giudizio sul Pd espresso da Carlo De Benedetti, ex numero uno del Gruppo Espresso, in un’intervista al Corriere della Sera.

Tanti saluti al Pd. Carlo De Benedetti contro il Partito democratico: “Ha conquistato la borghesia e ha perso il popolo”

Un ritratto impietoso quello fatto dall’imprenditore italiano, da sempre vicino proprio ai dem, che mette sotto accusa il partito e ne prevede la probabile fine. Le democrazie moderne, spiega De Benedetti, “sono minate da due mali che le divorano da dentro: le crescenti disuguaglianze e la distruzione del Pianeta. Un partito progressista che non mette in cima al suo programma questi due punti non serve a niente, e infatti fa la fine del Pd che ha conquistato la borghesia e ha perso il popolo”.

“Il Pd è un partito di baroni imbullonati da dieci anni al governo senza aver mai vinto un’elezione”, prosegue l’imprenditore convinto che sia tempo di scelte anche impopolari come l’appoggio alla candidatura di Letizia Moratti alle elezioni in Lombardia, ritenuta quella che “contro Attilio Fontana potrebbe farcela”, su cui da giorni tra i dem è in corso uno scontro tra favorevoli e contrari. Un nome che, a suo dire, andrebbe cavalcato soprattutto perché l’eventuale sconfitta della Lega, a suo dire segnerebbe sia la caduta di Matteo Salvini che quella del governo di Giorgia Meloni.

Duro anche l’affondo nei confronti dell’attuale segreteria definita “un disastro” reso palese dall’ultima “campagna elettorale dove Enrico Letta non ha saputo indicare una sola ragione per cui si dovesse votare il Pd, ma solo ragioni per non votare gli altri”. Insomma un disastro totale per il quale parla di una probabile “morte progressiva del Pd” che neanche gli eventuali eredi di Letta, almeno i nomi fin qui emersi, potrebbero scongiurare.

Insomma parole che hanno creato non pochi imbarazzi all’interno del Nazareno dove le bocche restano cucite. L’unico a difendere il partito pubblicamente è stato Dario Nardella, su cui da giorni si vocifera di una possibile candidatura alla segreteria dei dem, convinto che De Benedetti è stato “piuttosto ingeneroso su Bonaccini e Schlein” e che l’intervista “è molto critica” forse ben più del dovuto.