De Girolamo, giudizi e pregiudizi

di Gaetano Pedullà

C’è una bella differenza tra essere garantisti ed essere innocentisti (o giustizialisti) a prescindere. I garantisti pretendono che prima di esprimere un giudizio su qualcuno, fosse anche un giudizio solo politico, si accerti la verità e l’interessato sia in grado di difendersi. Agli innocentisti (o colpevolisti) a prescindere, invece, non interessa nemmeno conoscere la verità. Danno per scontato il loro pregiudizio, ignorando che il pregiudizio – come dice la parola – venendo prima del giudizio (cioè della verità sui fatti) può indurre facilmente in errore. Ora sul ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo è tutto un dilagare di pregiudizi. Il ministro è stata intercettata in casa sua mentre apparentemente cercava di influenzare l’appalto di un servizio in una Asl. Se quello che si percepisce dalle registrazioni è realtà, il ministro deve subito dimettersi o – se non ha la decenza di farlo – va dimissionata. Se però è possibile che le cose non siano andate così, e il ministro è oggetto di una campagna diffamatoria, come lei stessa sostiene, allora chi non si accontenta dei pregiudizi ha il dovere di attendere una spiegazione. E poi di trarre le conseguenze. Chi ha un animo sinceramente liberale e garantista non può pensarla diversamente, anche se alla prova dei fatti questo metodo in Italia continua ad essere perdente. È stato il caso della signora Shalabayeva consegnata illegalmente alle autorità kazake mentre il Viminale guardava altrove (e il ministro Alfano non ha pagato), è stato così per le telefonate a sostegno alla carcerata Giulia Ligresti (e pure qui il ministro Cancellieri è stata graziata). Anche De Girolamo allora spieghi, se può, le sue parole. Se sarà convincente resti pure a fare il ministro (tra l’altro piuttosto grigio), ma se il livello della difesa sarà lo stesso dei due casi precedenti, abbia la dignità di togliere il disturbo da sola. Su questo giudizio, è sicuro, non può esserci nessun dubbio.