De Luca fa infuriare le mamme. Proteste a Napoli per la chiusura delle scuole. Conte: “Chiuderle non è la soluzione migliore”

Circa 200 mamme di alunni napoletani insieme ad alcuni docenti stanno presidiando, da questa mattina, la sede della Regione Campania, in via Santa Lucia, a Napoli, per protestare contro la chiusura degli istituti imposta, da oggi fino al 30 ottobre, dal governatore Vincenzo De Luca con un’ordinanza firmata ieri sera. Protestano contro lo stesso provvedimento anche i conducenti degli scuolabus che hanno parcheggiato i loro mezzi lungo il lungomare di Napoli, nella zona dei grandi alberghi e della sede della Regione. I piccoli imprenditori chiedono un aiuto economico dopo il blocco delle attività.

“Abbiamo lavorato per realizzare delle condizioni di sicurezza a scuola. E anche i dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano che la curva del contagio a scuola è molto bassa” ha detto il premier Giuseppe Conte a parlando dell’ordinanza firmata da De Luca. “Quindi secondo me chiudere in blocco la scuola non è la soluzione migliore. Non ho ancora parlato con De Luca – ha aggiunto il presidente del Consiglio -, è una soluzione che sembra molto facile, ma non è il miglior segnale che stiamo dando. Sono decisioni collegiali. Ora permetteteci di interloquire, io penso che si debba collaborare con le istituzioni territoriali. La nostra forza deve essere collaborare, collaborare, collaborare”.

“Gli studenti e le studentesse – ha detto invece il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina – sono felici di essere rientrati a scuola. La didattica a distanza al 100%, così come chiesto in questi giorni da qualcuno, non aiuterebbe a tutelare la salute dei ragazzi, che andrebbero comunque a soddisfare la loro legittima voglia di socialità in altri luoghi. Il nostro dovere, oggi più che mai, è invece proteggerli. I nostri dirigenti scolastici e tutto il personale scolastico sono stati un’estate intera col metro in mano, lavorando insieme al Ministero, per mettere in sicurezza la scuola. Sì alla Dad per i ragazzi. No alla Dad contro i ragazzi”.

“Tutti i presidenti – ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia – hanno autonomia di fare ordinanze più restrittive nelle modalità che ritengono. Ma se abbiamo condiviso che i due pilastri che dobbiamo tutelare sono scuola e lavoro e le ordinanze incidono su quegli ambiti, sarebbe opportuno un raccordo tra governo e regioni. Su scuola e lavoro ci sono già protocolli condivisi che stanno funzionando bene ma se, in questo caso, il presidente della Regione Campania ha deciso di emanare una sua ordinanza si assume la responsabilità degli effetti. Noi siamo sempre stati al fianco di tutte le Regioni con materiali, ventilatori e risorse”.

Per evitare gli assembramenti all’esterno delle scuola e sui mezzi di trasporto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, propone, invece, di scaglionare gli ingressi posticipando almeno di un’ora l’accesso degli studenti delle superiori. “Vanno individuate le linee del tpl sovraccariche e verificare dove le regioni stanno destinando le nuove risorse (ncc, bus privati o altre aziende di trasporto regionali)”, ha aggiunto Decaro.

Per il ministro Boccia, “la richiesta avanzata da Decaro sullo scaglionamento orario degli ingressi a Scuola è molto puntuale, i sindaci hanno contezza di quello che accade nei loro comuni e sanno se ci sono delle ore in cui il traffico è congestionato o ci sono delle linee di autobus sovraffollate. E’ necessaria un po’ di flessibilità da parte di tutti gli attori in campo”. “E’ evidente – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo – che i territori non sono tutti uguali, è consigliabile per le Regioni non penalizzare i piccoli borghi o i piccoli centri che non hanno le stesse problematiche di alcune zone delle città metropolitane, assumendo decisioni unilaterali. Ascoltare i sindaci prima di decisioni importanti è fondamentale”.