De Masi: “Decreto contro i lavoratori. Famiglie alla fame e precarietà alle stelle”

Parla il sociologo del lavoro Domenico De Masi: colpevolizzati i disoccupati. "Nessuna sorpresa, la destra è questa".

De Masi: “Decreto contro i lavoratori. Famiglie alla fame e precarietà alle stelle”

Il Senato ha dato il via libera al decreto Lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri nella data simbolica del primo maggio. Il provvedimento, che ora passerà all’esame della Camera, deve essere convertito in legge entro il 3 luglio. Il decreto, secondo il sociologo del lavoro Domenico De Masi, aumenterà la precarietà. Per il professore quello del governo Meloni è un provvedimento “contro i lavoratori”.

Professor De Masi, qual è il suo giudizio sul decreto Lavoro approvato al Senato?
“Il mio giudizio è semplice, il decreto corrisponde alle modifiche che la destra aveva annunciato già in campagna elettorale. Non c’è nessuna sorpresa, dalla destra mi aspetto che faccia una politica di destra”.

Quindi il suo giudizio è negativo?
“Certo, perché sono di sinistra”.

Tra le novità principali del provvedimento varato il primo maggio dal governo Meloni c’è l’arrivo dell’Assegno d’inclusione al posto del Reddito di cittadinanza. I dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio confermano che 400mila famiglie resteranno senza aiuti…
“Questo si sapeva, perché la filosofia della destra è che chi non lavora, non lavora per colpa sua. Non c’entra niente la società, non c’entra niente l’economia complessiva. La colpa è di chi non lavora, quindi il Reddito di cittadinanza era un incentivo per chi non vuole lavorare. C’è coerenza”.

Cosa potranno fare adesso queste famiglie?
“Niente, la fame. Sin quando non troveranno un lavoro del tutto sfruttatorio e dovranno accettarlo per non morire letteralmente. Perché in Italia c’è un partito o un’organizzazione in grado di organizzare 400mila persone e farne una forza rivoluzionaria?”.

Il Reddito di cittadinanza ha funzionato?
“Il Reddito di cittadinanza ha funzionato, nel migliore dei modi in un’Italia senza centri per l’impiego. Non siamo la Germania. Da noi i centri per l’impiego non funzionano quindi non funziona tutto ciò che c’è a valle”.

La situazione del mercato del lavoro in Italia non è migliorata negli ultimi mesi? Questi dati non possono essere considerati un buon segnale?
“Migliorata con l’8% di disoccupati? Che nel caso del Sud raggiungono il 16% e nel caso delle donne del Sud il 20% e addirittura nel caso delle donne giovani del Sud il 36%?. Sono dati globali che non possono essere presi in considerazione nelle singole Regioni. Saranno buoni nelle Regioni più ricche che saranno già ricche e le altre la prenderanno in saccoccia, come si dice a Roma”.

Una delle misure principali del decreto Lavoro è l’ampliamento del taglio del cuneo fiscale, aumentato di quattro punti percentuali: è sufficiente per aiutare i lavoratori?
“Secondo lei è sufficiente? Aggiungi in busta paga meno di 300 euro e uno come ci campa? E poi le condizioni per trovare lavoro chi non le ha oggi non le avrà neanche domani”.

Il decreto Lavoro introduce anche un allargamento delle maglie per i contratti a termine: si sta rendendo il lavoro più precario?
“Non c’è dubbio. Una cosa è se lei, per licenziare una persona, deve dare un motivo, la licenzia perché non c’è lavoro e lo dimostra che non c’è lavoro. Un’altra cosa è quando lei licenzia senza dover dire nulla. Non è che i 5 Stelle erano stati cretini a inserire quella norma, c’è stato un motivo”.

Il dl innalza anche la soglia per l’utilizzo dei voucher a 15mila euro per alcune categorie: si fa un torto anche in questo caso ai lavoratori?
“Questo è un decreto contro i lavoratori. E non è il primo: c’è stato prima il Jobs Act, tutto contro i lavoratori con l’abolizione dell’articolo 18. Quello è stato il massimo sfregio verso i lavoratori. Sembra una gara a chi li frega di più tra la destra e la sinistra”.

La destra sta facendo peggio della sinistra?
“Sta facendo la sua parte, solo che dalla destra te lo aspetti, dalla sinistra no”.

Questo provvedimento rischia di penalizzare soprattutto i giovani?
“Quando si tratta di precarietà… Sei precario se alla fine dell’anno finisce il contratto, più precario se finisce entro una settimana, poi entro un giorno e poi ancora entro un’ora…”.

Non si aiutano in alcun modo i giovani sul fronte del mercato del lavoro?
“Assolutamente no, si finge solo di dare lavoro”.

E gli italiani non se ne accorgono? La luna di miele del governo Meloni non sembra essere finita…
“No, stanno con la maggioranza. Stanno tutti al governo.

Non si vedono gli effetti di queste misure in termini di consensi?
“No, non ci sono questi effetti perché è mancata un’azione pedagogica che doveva far aprire gli occhi”.

Anche le opposizioni sbagliano quindi?
“Certo”.

Quali saranno le reali conseguenze, quelle che avranno un concreto impatto, di questo decreto?
“Aumenterà la precarietà”.

Verso quale direzione sta andando il governo sul fronte del lavoro?
“Verso quella che ha dimostrato, segue la via che ha imboccato con questo decreto”.