Decreto Agosto, pioggia di emendamenti. Via libera al bonus di 4.800 euro a fondo perduto per i ristoratori. Il Governo ha messo in campo risorse per oltre 100 miliardi

Il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto Agosto, a quanto avrebbe deciso l’ufficio di presidenza della commissione Bilancio del Senato che sta per avviare l’esame del provvedimento, sarà fissato probabilmente il 10 settembre al termine del ciclo di audizioni che inizierà la prossima settimana. Secondo quanto si apprende i relatori dovrebbero essere Daniele Manca (Pd) e Vasco Errani (Leu). Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Dl Agosto sono entrate in vigore le misure, approvate dal Consiglio dei ministri, per continuare a sostenere il rilancio dell’economia del Paese colpita dall’emergenza Covid che seguono i decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio e Semplificazioni, stanzia ulteriori 25 miliardi di euro che fanno arrivare a circa 100 miliardi di euro complessivi le risorse messe in campo finora dal Governo.

In particolare, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (nella foto) ha previsto nel decreto, oltre a nuovi investimenti nel campo delle nuove tecnologie, il rifinanziamento e il potenziamento di una serie di misure che hanno l’obiettivo di favorire la ripresa del sistema produttivo del nostro Paese, come l’ecobonus automotive, i contratti di sviluppo e il Fondo salva imprese e occupazione. La manovra non prevede più il bonus consumi, via libera invece invece al bonus ristoratori per acquisto prodotti Made in Italy: il contributo medio lordo, in presenza di un’adesione totale, dovrebbe attestarsi intorno ai 4.800 euro.

E’ la stima dei tecnici del servizio Bilancio del Senato in merito al dl Agosto in riferimento alla norma che istituisce il contributo a fondo perduto alle imprese della ristorazione. Il contributo spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore ai tre quarti dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2019. A tale proposito, sottolinea il dossier, “andrebbe fornita una valutazione sulla percentuale di imprese che rientrino nella perdita di fatturato prevista dalla norma come condizione di accesso al beneficio, anche se probabilmente tale percentuale si approssima alla totalità considerato che si fa riferimento al quadrimestre marzo-giugno e che per circa la metà di tale periodo le imprese sono state chiuse per i provvedimenti restrittivi di contenimento dell’epidemia Covid-19”.