Una nuova possibile svolta nel delitto di Garlasco. Il tampone orale di Chiara Poggi, prelevato 18 anni fa e analizzato ora in occasione dell’incidente probatorio, ha portato a individuare una quantità minima di dna maschile che apparterebbe a un uomo non ancora identificato.
Il dna in questione non sarebbe riconducibile né ad Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, che è invece entrato da poco nelle indagini della procura di Pavia. L’esame verrà comunque ripetuto considerando che la quantità di profilo genetico è minima e non si esclude quindi l’ipotesi di una contaminazione.
Delitto di Garlasco, nuovo dna nella bocca di Chiara Poggi: la famiglia nega
La famiglia di Chiara Poggi ha affidato il suo commento al legale, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni: “Non ci sono dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara”. Secondo l’avvocato si tratta di “un dato che per quanto possiamo sapere è totalmente destituito da qualsiasi fondamento e che ancora una volta denota come, in assenza di riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale accertata e che ha individuato Stasi quale responsabile, prospetta ipotesi infondate”.
Secondo quanto emerso qualche ora dopo la diffusione della notizia, il dna potrebbe appartenere a un assistente del medico legale che intervenne dopo l’omicidio della giovane.