Della Ragione: “Il governo sbaglia ad ignorarci. Noi sindaci ultimo argine alla rabbia che monta al Sud”.

Della Ragione: “Il governo sbaglia ad ignorarci. Noi sindaci ultimo argine alla rabbia che monta al Sud”.

Josi Gerardo Della Ragione, sindaco del comune di Bacoli, nei Campi Flegrei, lei era a Roma alla manifestazione contro l’Autonomia differenziata. Com’è andata?
“Erano presenti centinaia di amministratori locali meridionali, in particolare sindaci di tutta la Campania. Assieme al governatore abbiamo evidenziato alcune questioni su cui non abbiamo risposte. La prima è l’Autonomia differenziata che spezza in due il Paese e mortifica ulteriormente i comuni e le amministrazioni pubbliche del Sud Italia. Ed è del tutto evidente che questa riforma, che determina una minore erogazione di fondi per il Sud, andrà ancora di più ad acuire la differenza tra le regioni meridionali e quelle settentrionali. Al punto che un giovane del Sud sarà portato a spostarsi al Nord Italia perché avrà più servizi, dalla sanità alla pubblica istruzione, e noi che stiamo già vivendo uno spopolamento massiccio siamo mortificati a diventare la casa vacanza estiva del Nord Italia. A questo si aggiunge la vergogna dei finanziamenti dei Fondi sviluppo e coesione che sono bloccati e che dovrebbero finanziare opere strategiche per i territori e per la vita delle persone. Abbiamo portato queste questioni all’attenzione del governo e l’abbiamo fatto con la giusta veemenza istituzionale perché è necessario il rispetto dei ruoli ma è anche necessario non prendere in giro un popolo intero che è quello meridionale”.

Come spiega che un partito che si proclama nazionalista come Fratelli d’Italia abbia accettato la riforma leghista?
“La cosa più mortificante è che questa scelta non è frutto di un’idea di governo ma di una spartizione elettorale in vista delle europee e dell’approvazione del premierato che porta una parte del governo ad accontentare la Lega Nord, nella tutela dei diritti dei settentrionali a scapito del meridione. L’Italia ha senso però se unita, dunque riteniamo che anche i cittadini del Nord Italia debbano ritenere necessario che il Sud funzioni, altrimenti diventa davvero la palla al piede del Paese se non avremo le risorse necessarie a garantire i servizi minimi essenziali. E aggiungo che noi non siamo andati ieri a Roma per chiedere l’elemosina o un atto di misericordia ma chiediamo i soldi che ci spettano. Noi sindaci lavoriamo per le nostre comunità quotidianamente barcamenandoci tra mille difficoltà ma non possiamo farlo senza fondi. Bacoli che è un comune di 26mila abitanti deve avere dai fondi Fsc progetti per un valore di 18 milioni di euro. Tanti colleghi di diversi colori politici ho visto ieri uniti dall’intento di tutelare il meridione d’Italia. Se i sindaci in modo così massiccio si sono mossi il governo deve ascoltarci” .

Ma questo non è avvenuto.
“Non avere nessun rappresentante del governo ad ascoltare centinaia di sindaci e un governatore è stato scandaloso. Nessuno né davanti al ministero di Raffaele Fitto né davanti a Palazzo Chigi o al Parlamento ci ha dato ascolto. Trovo scandaloso che deputati e senatori del centrodestra meridionali approvino queste norme che ammazzano le pubbliche amministrazioni locali. Riteniamo che così viene leso il diritto delle comunità meridionali di poter vivere nei loro territori”.

La premier Giorgia Meloni ha detto che l’Autonomia differenziata è una sfida tra amministrazioni capaci e quelle che capaci non sono…
“Altro luogo comune inaccettabile per cui gli amministratori locali o politici del meridione, e in particolare della Campania, vengono intesi come fannulloni. Qui facciamo opere di straordinaria utilità, investiamo i soldi pubblici per il bene della comunità. A Bacoli abbiamo cambiato il territorio partendo da un dissesto. Sappiamo cosa significa governare in contesti particolarmente complessi. Anche sotto il profilo sociale. Dire queste cose è offendere i sindaci di ogni colore politico che ieri erano presenti a Roma. Senza soldi non possiamo governare. La riforma leghista mette in ginocchio il Sud Italia a beneficio di una parte del Paese che oggi è al governo e dunque viene accontentata da parte degli alleati”.

A beneficiare del Reddito di cittadinanza erano soprattutto cittadini delle regioni meridionali. Averlo smantellato è un’ulteriore manifestazione di disinteresse verso il Sud?
“Certo. Giuristi parlano bene di combinato disposto, in questo caso è tra Autonomia differenziata, blocco dei Fondi Fsc e annullamento del Reddito di cittadinanza, che affossa il Sud. E i suoi comuni. Se le famiglie ritornano in stato di povertà, si rivolgono al comune per essere aiutate ma noi non abbiamo i fondi per farlo. Oltre a sostenere persone in stato di bisogno il mio comune aveva impiegato 500 percettori del Rdc in lavori di pubblica utilità. Ora questo percorso virtuoso è stato interrotto, togliendo a queste persone dignità e le risorse per mangiare. Abolire una misura, di cui beneficiavano in Campania soprattutto, significa mortificare ulteriormente il meridione”.

Oltre ad esporre le persone al ricatto mafioso.
“Per dimostrare che la legalità conviene servono finanziamenti, lavori pubblici. Persone che non hanno di che mangiare dovranno provvedere a farlo e lo faranno con tutti i mezzi. Autonomia differenziata, blocco dei fondi Fsc e abolizione del Rdc, indeboliscono lo Stato e quando da queste parti si indebolisce lo Stato ad arricchirsene è la malavita organizzata”.

A Sanremo Geolier, cantante napoletano, è stato fischiato e deriso dalla stampa e dal pubblico dell’Ariston.
“I fischi al giovane artista napoletano non erano contro la musica rap ma contro la sua matrice meridionale e partenopea. La volontà di Geolier di portare sul palco la cultura e la lingua napoletane ha dato fastidio così come ha dato fastidio potesse eccellere a Sanremo. Credo sia mortificante la reazione del pubblico dell’Ariston ma encomiabile la reazione del giovane artista che ha scatenato un atto d’orgoglio da parte di un popolo come quello partenopeo che si sente ultimo tra gli ultimi e che invece ha rischiato di trionfare. Ma è chiaro che c’è una cultura anti-meridionalista che viene cavalcata da misure governative che continuano ad affossare il Sud”.

La vostra battaglia continua?
“Certo, siamo solo all’inizio. Noi continueremo a utilizzare tutti i canali democratici, istituzionali, repubblicani per tutelare il Sud Italia. Noi rispondiamo con la veemenza di chi è figlio di questa terra e di chi la vuole rappresentare contro chi ce lo impedisce di farlo al meglio. Dunque c’è rabbia che cerchiamo di canalizzare in canali istituzionali. Ma è chiaro che se da queste parti comincia a mancare il lavoro e i servizi pubblici diminuiscono, la gente si sentirà più povera e, abbandonata dallo Stato, diventerà più cattiva. E allora sì che sarà sempre più difficile arginare la rabbia sociale. Dunque si ascolti la rabbia dei sindaci che è istituzionale e che prova a porre un freno a quella che potrebbe essere una incontrollabile rabbia sociale da parte di una comunità quale quella meridionale che continua a essere mortificata”.