Di Maio avvisa la Lega: “Su Siri il Movimento non arretra”. Sulle Province: “Chi le vuole si trovi un altro alleato”. E c’è anche il salario minimo: “Devono spiegare perché non lo vogliono votare”

Tre i fronti aperti tra Lega e M5S: Siri, salario minimo e Province

“Sulla questione morale il movimento non arretra: comunque si chiami il sottosegretario da noi le regole si rispettano, che tu sia del Movimento o del partito alleato. Questo deve essere chiaro”. E’ quanto ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio, parlando del sottosegretario della Lega, Armando Siri, indagato per corruzione. “Il salario minimo è nei programmi di Lega e Pd – ha aggiunto il leader del M5S -: mi devono spiegare perché non lo vogliono votare. Non credo che la Lega arriverà a tanto anche perché il salario minimo, che mi chiedono le imprese per evitare il dumping, era nel contratto di governo”. Parlando delle Province, Di Maio ha ribadito che “sono uno spreco, inutile ammalarsi di amarcord per farle ritornare”. “Chi le vuole – ha aggiunto il vicepremier – si trovi un altro alleato”.