dalla Redazione
Il presidente Napolitano riceve le dimissioni di Enrico Letta, prende atto che si tratta di una decisione irrevocabile, fa partire fin dalle prossime ore le consultazioni per far nascere il nuovo governo. Letta sale al Colle alle 13, dopo aver esaurito gli ultimi impegni in agenda. Trova ad aspettarlo un Napolitano che non ha voluto rinunciare a presenziare all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti (non si tratta di un caso) e gli rimette il mandato. Arrivederci, non c’erano le condizioni per proseguire, dopo il pronunciamento del Pd. Quindi non si parli nemmeno della parlamentarizzazione della crisi, anche se la richiesta era prepotente da parte di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle. La reazione del Presidente della Repubblica la si può evincere dalla formulazione del comunicato redatto alla fine del colloquio. Primo punto: “Le consultazioni inizieranno oggi pomeriggio e si concluderanno nella giornata di domani”. Tempi rapidi, appunto. Secondo: “Il Parlamento potrà comunque esprimersi sulle origini e le motivazioni della crisi allorché sarà chiamato a dare la fiducia al nuovo Governo”. Quindi, al di la’ dei precedenti dei governi Berlusconi e Monti, il Parlamento non si senta esautorato delle sue prerogative. Soprattutto, un terzo punto: si auspica e si vuole “una efficace soluzione della crisi, quanto mai opportuna nella delicata fase economica che il paese attraversa e per affrontare al piu’ presto l’esame della nuova legge elettorale e delle riforme istituzionali ritenute piu’ urgenti”. Ecco, è questo ciò che sta più a cuore al Quirinale. La crisi continua a mordere, e ci sono le riforme da fare. A partire dalla legge elettorale. Napolitano lo aveva già detto esplicitamente, negli ultimi giorni. Oggi lo ribadisce, ed in qualche modo impegna il governo che sta per nascere.