Diana Biondi è un’altra vittima dell’Università: si è lanciata in un dirupo in una paese del napoletano

Diana Biondi è l'ennesima vittima di un sistema universitario che non si cura di chi rimane indietro e soffre durante il percorso.

Diana Biondi è un’altra vittima dell’Università: si è lanciata in un dirupo in una paese del napoletano

Diana Biondi è un’altra vittima dell’Università, che diventa sempre di più un luogo oscuro e senza speranza per tanti studenti e studentesse. Il numero delle giovani vittime continua ad aggiornarsi.

Diana Biondi è un’altra vittima dell’Università

L’emergenza suicidi nel mondo universitario continua. L’ultima giovane vittima arriva da Somma Vesuviana, in provincia di Napoli. Si chiamava Diana Biondi, un nome sicuramente sconosciuto alla Facoltà di Lettere Moderne della Federico II dove lei studiava. Aveva 27 anni anni ma ha deciso di spezzare via per sempre la sua vita perché non era in regola con gli esami.

Il 27 febbraio è stata l’ultima volta che i suoi genitori l’hanno vista quando ha detto che si sarebbe recata all’Università per ritirare una tesi inesistente e che purtroppo mai più potrà discutere. Nel tardo pomeriggio del 1 marzo il suo corpo senza vita è stato ritrovato dai Carabinieri, dopo le ricerche iniziate a seguito della denuncia del padre di Diana. Tante le reazioni sui social per l tragedia che come sempre in molti gridano che si poteva evitare. La deputata del Partito Democratico, Chiara Gribaudo ha commentato così l’accaduto: “Un Paese che non ti faccia sentire un fallito se non eccelli nella competizione, che non rimanga indifferente verso chi resta indietro. Occorre un cambiamento, in primis culturale, nel mondo dell’istruzione, del lavoro, della società. Meritocrazia è una parola bellissima, ma solo se inserita in un contesto che comprende le necessità, le storie, i percorsi di tutti. Troppo spesso dietro alla narrazione del merito, della competizione a tutti costi, abbiamo costruito diseguaglianze e dolore”.

Si è lanciata in un dirupo in una paese del napoletano

Diana si è lanciata in un dirupo nei pressi dell’ex ristorante «Il Canguro» da tempo dismesso e abbandonato a Somma Vesuviana. In località Santa Maria a Castello i Carabinieri hanno ritrovato il corpo senza vita della ragazza. Non si sanno ancora i dettagli della vicenda né tanto meno se ci sono messaggi per i genitori. Tuttavia, rimane il gesto estremo che ha portato, ancora una volta, alla fine di una studentessa universitaria, schiacciata dai troppi pesi diventati insostenibili.

A parlare dell’accaduto anche il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno: “Stringiamoci attorno alla famiglia. È il momento di essere comunità e raccogliersi attorno alla famiglia di Diana e stringerli in un abbraccio forte. Non lasciamoci andare a considerazioni e giudizi. Lasciamo agli inquirenti la ricostruzione degli eventi. È il momento dell’affetto, del raccoglimento. Il mio appello è a tutta la comunità di Somma Vesuviana affinché si stringa attorno alla famiglia di Diana. Lasciamo agli inquirenti la ricostruzione della dinamica degli eventi. Io come sindaco farò tutto quanto è nelle mie possibilità per far sentire alla famiglia di Diana affetto e vicinanza. Non lasciamoci andare a considerazioni e a giudizi, ma raccogliamoci con il cuore e dimostriamo il nostro essere comunità”.