Dilaga la variante inglese. Primi casi anche nel Lazio. Dubbi sull’efficacia di vaccini e tamponi. Per gli esperti serviranno misure più stringenti

Dilaga la variante inglese. Primi casi anche nel Lazio. Dubbi sull’efficacia di vaccini e tamponi. Per gli esperti serviranno misure più stringenti

Dopo l’Istituto superiore di Sanità e il Comitato tecnico scientifico, l’allarme sulla circolazione delle varianti del virus Covid-19 arriva anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. L’Ecdc parla di “rischio molto alto a causa della maggiore trasmissibilità, l’evidenza di una maggiore gravità e la possibilità che i vaccini esistenti siano meno efficaci”.

Secondo l’epidemiologo Alessandro Vespignani, sentito da Repubblica, la variante inglese “arriverà a essere prevalente, grazie alla maggiore capacità di infettare” e con il virus Sars-Cov-2 “diventeranno tutt’uno”. “Per i ceppi del passato – ha aggiunto l’esperto – ci sarà sempre meno spazio. L’aumento della prevalenza non si può fermare, è solo questione di tempo. Essendo più contagioso il ceppo inglese tenderà a soppiantare gli altri. Il ceppo britannico ci renderà la vita più dura e le misure tradizionali potrebbero non bastare”.

La diffusione delle varianti, dunque, potrebbe costringere il governo ad adottare misure più stringenti. “La pandemia è ancora forte – ha confermato il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini al termine della riunione con il Cts -, non si può scherzare. Se è necessario fare scelte di rigore si fanno”.

La scorsa settimana l’Iss aveva avvertito che “òa diffusione di varianti con maggiore trasmissibilità  può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata”. Una posizione ribadita dalla direttrice dell’Ecdc, Andrea Ammon, secondo cui se non verranno mantenute o “addirittura rafforzate” le misure, nei prossimi mesi potrebbe esserci un “aumento significativo dei casi e dei decessi”.

Primi casi di contagio legati alla variante inglese sono segnalati nel Lazio. “Per quanto riguarda l’andamento epidemiologico siamo in una situazione di stabilità – ha detto l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato -, abbiamo alcuni indicatori che tendono a scendere, i tassi di occupazione di posti letto, seppur nell’ultima settimana abbiamo avuto un lieve incremento del coefficiente Rt”.

“Sulle varianti – ha aggiunto l’assessore – c’è stato un primo lavoro dell’Iss sui dati provenienti dai laboratori regionali e nella nostra regione si è cominciata ad affacciare, non con presenza importante, la cosiddetta variante inglese, che è una delle maggiori presenti. Non possiamo dire che allo stato attuale c’è una situazione in cui bisogna mantenere alta l’attenzione sulla circolazione del virus”.

Dagli ospedali anche di altre regioni non arrivano notizie confortanti. “Siamo tutti d’accordo che vorremmo riaprire tutto quello che si può aprire. Però io mi ritrovo ad avere il reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta quanta l’Italia e fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri” ha detto a Mattino Cinque l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli.

In una circolare del ministero della Salute chiede di monitorare l’efficacia dei tamponi rapidi sulle varianti del Sars-CoV-2. Per il dicastero guidato da Roberto Speranza “occorre innanzitutto specificare che le nuove varianti, dalla cosiddetta variante UK alla variante brasiliana, che presentano diverse mutazioni nella proteina spike (S), non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N”.