Diritti umani, Noury: “In Italia brutti segnali sulle libertà”

Non soltanto i migranti. Preoccupa la stretta sulle proteste pacifiche. Parla il portavoce di Amnesty, Riccardo Noury.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, come stiamo messi con i diritti umani? “È stato un anno segnato dalle guerre: quella russa contro l’Ucraina, quella etiope tra governo federale e governo tigrino. Un anno segnato anche da una fortissima repressione in Iran di cui vediamo le conseguenze. In Afghanistan ne vediamo un po’ meno eppure il coraggio delle attiviste è straordinario, il loro modo di reagire a una repressione furibonda ha molto da insegnarci”.

E in Italia, come stiamo? “Noi come Amnesty avevamo ammonito durante campagna elettorale che non si doveva tornare indietro sui diritti. Il pericolo da noi è quello. Siamo dovuti intervenire in diverse occasioni rispetto a dichiarazioni o politiche preoccupanti, riguardanti l’ostilità contro migranti e richiedenti asilo, la criminalizzazione della solidarietà e poi su alcuni provvedimenti adottati come il decreto “rave” in cui abbiamo visto segnali di una preoccupante messa in pericolo della protesta pacifica, che è il vero sotto tema di quel decreto che ancora oggi nonostante gli emendamenti ci preoccupa”.

Intanto in Qatar, per i mondiali, abbiamo assistito a alcuni gesti simbolici di protesta… “La sensibilità dei tifosi e le prese di posizione di alcune federazioni calcistiche europee sono i fatti postici da questi mondiali. È indubbio però che ci voleva più coraggio: da un lato vedo in Iran persone che si fanno sparare in faccia per rivendicare dei diritti e poi vediamo capitani di squadre di calcio che rinunciano di indossare una fascia per paura della sanzione. Forse si pensava di poter fare gesti simbolici a costo zero. Qatar e Fifa dal canto loro continuano a portare avanti questa narrazione del tutto va bene. La conferenza stampa di Infantino (capo della Fifa) è stata una stucchevole retorica di benaltrismo e di relativismo e ieri di fronte all’ennesimo morto le autorità del Qatar ci hanno spiegato che ‘la morte è una fatto naturale’ come a dire che ci sono stati 6500 eventi naturali negli anni scorsi per costruire gli stadi”.

La preoccupa la situazione di Patrick Zaki con questo nuovo governo? “Io non sono ottimista purtroppo perché è come se ci si fosse accontentati da un punto di vista emotivo oltre che politico. Zaki è casa ma è sotto processo e potrebbe essere condannato. Vedo la nostra interlocuzione con l’Egitto ancora più difficile. A causa della guerra che ha scombinato il quadro ora l’Egitto è diventato un partner ancora più ineludibile per l’energia. Noi avevano detto dopo l’incontro tra Meloni e Al Sisi che il calendario ci avrebbe offerto occasioni per misurare un eventuale cambio nelle relazioni. La prima è stata l’udienza di Zaki di due settimane fa che ci ha detto che non è cambiato nulla. A febbraio il Gup decide se si va a processo contro gli imputati per l’uccisione di Giulio Regeni e poi a fine mese ci sarà la nuova udienza per Zaki. Da qui a febbraio si capirà se questo governo è in grado di ottenere gli indirizzi dei 4 imputati per il processo Regeni e se riuscirà a riportare Zaki a Bologna dopo 3 anni di persecuzione”.

La solidarietà è in salute? “Vedo da un lato gradi slanci di solidarietà (penso alle piazze riempite per le manifestanti in Iran), dall’altro vedo un’enorme preoccupazione rattrappita sui diritti economici e sociali. E nel campo della narrazione politica, evidenziato anche dal nostro barometro, si afferma sempre di più la povertà come una colpa. Tutto il dibattito sul Rdc si è basato sulla narrativa di “parassiti, fannulloni approfittatori”…”.

Un augurio per il 2023? “Sarebbe come prendere dei bastoncini di Shangai e estrarne uno. Questo Paese tra mille ritardi deve affrontare quello della cittadinanza, fermo da più di 30 anni. Siccome da un punto di vista più generale il 2023 sarà il 25 esimo anniversario tribunale penale internazionale mi auguro che su tutti gli ambiti su cui sta lavorando (Israele, Iran, Ucraina, Afghanistan) si veda qualche passo avanti”.

 

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