Diritti violati dei passeggeri. La legge c’è, le sanzioni no. Un vuoto normativo lega le mani all’Authority

Forza Italia chiede al Governo di colmare la lacuna sul trasporto via mare e ferroviario

Navi che arrivano in ritardo e treni che non passano mai. La dura vita del passeggero può riservare, a volte, brutte sorprese. E se i regolamenti europei prevedono il diritto del viaggiatore via mare al rimborso del biglietto (dal 25 al 50 per cento) a seconda dell’entità del ritardo e della tratta, fissano pure in capo all’Autorità dei trasporti la possibilità di irrogare sanzioni “effettive, proporzionate e dissuasive”. Non solo a carico del vettore navale, ma anche nei confronti del gestore della stazione che non informi i passeggeri del ritardo all’arrivo o alla partenza. Sanzioni sacrosante, se non fosse per un piccolo dettaglio: la norma che doveva prevederle di fatto non le prevede, come ha denunciato alla Camera, con due interpellanze, il deputato Simone Baldelli, responsabile tutela consumatori di Forza Italia e tra i promotori dell’intergruppo parlamentare per la difesa degli stessi consumatori. Tutta colpa di due lacune normative.

DECRETI COL BUCO – In particolare di due decreti legislativi che regolano la disciplina sanzionatoria per le violazioni dei diritti dei passeggeri del trasporto via mare e per vie navigabili (approvato nel 2015) e del trasporto ferroviario (varato nel 2014). Che da un lato delegano proprio all’Autorità dei trasporti l’applicazione dei regolamenti Ue, ma dall’altro non prevedono alcuna sanzione. “Una situazione paradossale: l’Autorità che dovrebbe sanzionare il vettore navale, l’impresa ferroviaria o il gestore della stazione, non può di fatto irrogare le sanzioni imposte dai regolamenti Ue perché i decreti legislativi che li hanno recepiti non le prevedono”, spiega Baldelli a La Notizia. Che, come già fatto per il trasporto marittimo, annuncia una proposta di legge per colmare la lacuna pure sul fronte di quello ferroviario. “Può capitare in Italia che si finisca per aspettare un treno per tempi indefiniti, magari all’alba o a tarda notte, in una piccola stazione di provincia, dove nessuno si degna di fornire ai passaggeri l’assistenza imposta dai regolamenti europei che, non a caso, sanzionano la mancata comunicazione di ritardi e disagi sui treni”, aggiunge il deputato di FI.

LACUNA DA COLMARE – Il Governo, chiamato in causa con le due interpellanze, per chiedere se sia a conoscenza delle criticità “lesive dei passeggeri del settore marittimo” e “del settore ferroviario”, ha risposto che si tratta di questioni fondate alle quali è necessario porre rimedio. Ma per ora, a parte una proposta di legge del deputato azzurro in difesta dei passeggeri, di rimedi all’orizzonte non ne sono apparsi altri.