A Genova, dopo il crollo del viadotto Polcevera, è cominciata la fase 2 dell’emergenza, con la consegna dei primi alloggi agli sfollati. “Nell’immediatezza del crollo avevamo stanziato 5 milioni di euro per gestire lo stato di emergenza e ieri il Consiglio dei Ministri ha stanziato altri 28 milioni e 470 mila euro“, spiega su Facebook il premier Giuseppe Conte. “Soldi che- si legge – serviranno per realizzare gli interventi urgenti per la viabilità alternativa, per potenziare il sistema dei trasporti e per individuare sistemazioni abitative per i tanti nuclei familiari che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni considerate a rischio”. “Il governo ha messo a disposizione i fondi necessari, ma adesso pretendiamo che si faccia in fretta e che sia data una dimora a queste persone”, aggiunge Conte.
Intanto le indagini vanno avanti. In campo, per ora, due grandi squadre di esperti: gli inquirenti, con la polizia giudiziaria e i suoi consulenti, e la Commissione nominata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Domenica la prima ispezione sul luogo: presenti anche alcuni tecnici e ingegneri della Società Autostrade. Al termine del sopralluogo, il presidente della commissione del Mit Roberto Ferrazza ha fatto sapere che il crollo potrebbe essere stato determinato da “una serie di concause” e non solo dalla rottura di uno strallo. La dinamica del crollo “non è ancora del tutto chiara – ha spiegato ancora Ferrazza -. Non è chiaro quale sia stato l’innesco del crollo” ma “il ponte non è caduto nella sua proiezione: prima si è storto,poi è caduto” ha concluso.
Il verbale certifica che i controlli effettuati attraverso al tecnica della riflettometria hanno misurato che i cavi dei tiranti risultano consumati dalla corrosione (problematica di cui lo stesso Morandi era consapevole almeno dal 1979) fino al 20% della loro area totale. “Sulla base delle indagini svolte la società progettista ha cautelativamente stimato un grado di ammaloramento medio oscillante dal dieci al venti per cento”, si legge nel verbale pubblicato da L’Espresso.