Discarica di Bussi, ci fu avvelenamento e disastro. Ribaltata la sentenza: 10 condanne. Ma i reati sono condonati

Secondo l'accusa il polo industriale chimico di Bussi avrebbe sversato per anni una tonnellata al giorno di veleni all'interno del fiume Tirino

C’è stato un avvelenamento colposo delle acque a causa della discarica dei veleni a Bussi sul Tirino in provincia di Pescara. La Corte d’assise d’appello dell’Aquila ha parzialmente riformato la sentenza di due anni fa della Corte d’Assise di Chieti. Sono dieci le condanne per avvelenamento e disastro legati alla discarica dei veleni della Montedison. L’avvelenamento aggravato, invece, è stato riconosciuto ma prescritto.

Oggi, invece, sono state riconosciute le aggravanti nei confronti di alcuni degli imputati nel processo relativamente alle accuse di disastro colposo che ha di fatto hanno interrotto la prescrizione nel reato.  E per queste ragioni sono arrivate alcune condanne che vanno dai due ai tre anni di reclusione. Ma tutte le condanne sono state condonate.

Sono stati riconosciuti danni per milioni di euro che dovranno essere risarciti dai condannati. Il 19 dicembre gli imputati erano stati assolti dall’accusa di avvelenamento delle falde acquifere. Sono 3,7 i milioni di euro che saranno riconosciuti alle parti civili: 2,7 milioni di provvisionali e 592 mila euro che con gli oneri arriveranno a un milione di spese legali. Il risarcimento danni viene per ora coperto parzialmente dalle previsionali, ma il conto successivo avverrà in sede civile.

Secondo l’accusa il polo industriale chimico di Bussi avrebbe sversato per anni una tonnellata al giorno di veleni all’interno del fiume Tirino. E la Montedison sarebbe stata a conoscenza dei rischi. Ma avrebbe saputo anche il comune di Pescara che anni addietro evidenziò tutti i rischi derivanti per l’acquedotto pescarese a causa dell’inquinamento.