Discarica di Malagrotta: ufficialmente si bonifica, ma in realtà riapre il feudo privato di Cerroni

Ufficialmente si bonifica la maxi discarica di Malagrotta. Ma in realtà riapre il feudo privato di Cerroni.

Per bonificare la discarica di Malagrotta dai rifiuti verranno utilizzati gli scarti degli impianti di trattamento rifiuti, e sfruttati i fondi europei sperando poi di recuperare quelle somme dalla società di Manlio Cerroni in amministrazione giudiziaria. In tal modo il Campidoglio risparmierà sulla spazzatura da portare fuori dalla città.

Sembra questo l’incredibile piano messo a punto dalla giunta di Roberto Gualtieri e dalla Regione Lazio per evitare l’infrazione europea sulla discarica più grande discarica d’Europa, chiusa dopo anni di tira e molla otto anni fa dall’allora sindaco Ignazio Marino, ma mai messa in sicurezza e mai sostituita con una vera alternativa che consenta di gestire la monnezza capitale.

Una vicenda su cui 5S e FdI stanno dando battaglia, ma negata dal Pd.

La bonifica della discarica di Malagrotta

La spesa prevista per bonificare la discarica di Malagrotta, che sembra aver causato anche tumori alle persone che vivono nelle sua adiacenze, è di 250 milioni di euro.

Una vicenda che sta mobilitando Roma Capitale, la Regione, il Ministero della transizione ecologica e il commissario giudiziario che gestisce l’area. L’Ue ha dato tempo per la messa in sicurezza della discarica fino al 2025.

E i fondi necessari arriveranno dal Fondo di coesione e sviluppo. Per coprire gli ex bacini verranno utilizzate almeno 500mila tonnellate di terreno e qui spunta il caso. Gualtieri e Nicola Zingaretti sembrano infatti intenzionati a utilizzare anche la cosiddetta fos, la frazione organica stabilizzata o compost, terriccio prodotto nei Tmb dopo la lavorazione dei rifiuti urbani indifferenziati.

Un materiale che Roma non sa dove smaltire e che sembra portare a una riapertura di fatto della discarica con la scusa della bonifica. Un incarico da assegnare a un commissario, ruolo per cui è stato scelto Giuseppe Vadalà, generale di brigata dei carabinieri forestali. Il Movimento 5 Stelle, davanti all’idea di bonificare la discarica dai rifiuti usando rifiuti, è insorto.

Le reazioni della politica alla bonifica di Malagrotta

“Gualtieri e Zingaretti spacciano per bonifica la riapertura di Malagrotta: un’idea, quella del FOS, che per intenderci era di Manlio Cerroni. Al ridicolo non c’è mai fine: e intanto i cittadini romani pagheranno caro tutto questo sulla loro pelle”, ha dichiarato la capogruppo pentastellata in Campidoglio, Linda Meleo.

“L’amministrazione Gualtieri la riapre eccome Malagrotta – hanno aggiunto i consiglieri Paolo Ferrara e Daniele Diaco – con un’operazione da 250 milioni di euro, a detta loro al fine di non perdere i fondi europei. Stanno vendendo una bonifica come una copertura fittizia di rifiuti inquinanti, che va a impattare enormemente sull’ambiente”.

Critici pure da Fratelli d’Italia. “La carenza di impianti non sia risolta riaprendo Malagrotta”, affermano Giancarlo Righini, vicepresidente della commissione regionale ambiente e consigliere di FdI alla Regione Lazio, e Federico Rocca, consigliere comunale di FdI. Il Pd prova a difendere l’operazione. “Chi dice che la discarica sarà riaperta mente sapendo di mentire. Il capping esclude il ricorso alla Fos”, sostiene la capogruppo dem Valeria Baglio.