Dopo Conte i giornaloni ci riprovano con la Raggi. La ricandidatura della sindaca fa paura, così tentano di affossarla

Dopo Conte i giornaloni ci riprovano con la Raggi. La ricandidatura della sindaca fa paura, così tentano di affossarla

Non si danno pace. Prima hanno fatto fuori Conte ed ora puntano Virginia Raggi. Giornaloni e giornalini hanno aperto il fuoco in vista della campagna elettorale prossima ventura. A Roma Virginia c’è, ma è sotto tiro al piccione. I mandanti sono i soliti noti, quelli che non hanno gradito che i palazzinari non toccassero palla per cinque anni e che ora rimpiangono i tempi belli del passato e paventano il futuro. Cosa accadrà dunque? Il Partito democratico ancora non ha espresso una posizione ufficiale e girano voci di candidatura dell’ex ministro Roberto Gualtieri, un modo per far perdere con certezza il centrosinistra.

Ci si inventa anche di fantomatici inviti alla Raggi a fare il ministro, ma ormai il tempo è scaduto ed il treno comunque è passato e poi non si tiene conto che la Raggi ha già annunciato ufficialmente la sua ricandidatura e i vertici, a cominciare da Luigi Di Maio, hanno avallato. Il consigliere capitolino Daniele Diaco (M5S) ieri ha ribadito il concetto in un post pubblicato sul suo profilo Facebook. A parte i nomi civetta l’unico candidato forte a destra è Giorgia Meloni che oltretutto è romana ed è molto caratterizzata in questa dimensione, anche se una sua candidatura è per ora esclusa.

E se si ripetesse un duello Raggi-Meloni il Partito democratico non potrebbe che appoggiarla se non si vuole consegnare la città a Salvini & C. Dunque il nodo della questione è il Partito democratico e le sue scelte. Certamente l’asse giallorosso è stato messo in crisi dal governo tecnico-politico di Draghi che ha imbarcato tutti, ma resta valido il progetto in ambito locale, ancor di più in questi tempi incerti e confusi. Un discorso a parte occorre fare per Carlo Calenda che smania per fare il sindaco di Roma dopo che aveva annunciato da ministro il suo completo disinteresse.

Calenda, nelle cui fila si è scoperto che incredibilmente milita anche Walter Ricciardi, consulente contestatissimo del ministro Speranza, in definitiva è un problema del Pd perché senza l’appoggio di quel partito è destinato al nulla totale o quasi. Viceversa il centrosinistra deve ripartire dal piano di alleanze locali pre-caduta di Conte e ricostruirsi da lì un percorso nazionale. In questo la figura di Goffredo Bettini, romano anche lui, e fautore dell’asse giallo-rosso, potrà avere ancora un ruolo importante. A patto che il progetto non preveda che a rotolare sia la testa della Raggi.