Dopo l’eutanasia tocca alla cannabis. La Consulta boccia il Referendum. Inammissibile anche il quesito sulla responsabilità civile dei giudici

La Corte costituzionale ha bocciato anche il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis.

La Corte costituzionale, dopo aver dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia (leggi l’articolo), ha bocciato anche il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis. Dichiarato inammissibile anche il quesito sulla responsabilità civile dei giudici. Ad annunciarlo è stato il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato.

Dopo l’eutanasia tocca alla cannabis. La Consulta boccia il Referendum.

“Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali” ha detto il presidente uno della Consulta.

“Non è che se il Parlamento non lo fa… Io non ho problemi a farlo ma il quesito referendario apriva aree di impunibilità. Il primo ragazzo 18enne che arriva a decidere che vuole farla finita e trova un altro ragazzo come lui che glielo fa… Allora è bene che si esprima il Parlamento, siamo tutti responsabili”. Lo ha detto il presidente della Corte costituzionale a proposito del referendum sull’eutanasia.  “Leggere o sentire che chi ha preso la decisione non sa cosa è la sofferenza ci ha ferito ingiustamente. Il referendum – ha aggiunto – non era sull’eutanasia ma sull’omicidio del consenziente”.

“Capisco che i conflitti valoriali sono i più difficili da comporre – ha aggiunto Amato nel corso della conferenza stampa -, ma stanno diventando i più importanti, è importante avere una piattaforma comune di intesa. Il nostro Parlamento sarà che è troppo occupato dalle questioni economiche ma forse non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare la soluzione. E’ fondamentale che in Parlamento capiscano che se questi temi escono dal loro ordine del giorno possono alimentare dissensi corrosivi per la coesione sociale, dobbiamo esserne consapevoli”.

“La Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha completato il lavoro di eliminazione dei referendum popolari. Dopo eutanasia anche Cannabis. Hanno così assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia” ha commentato su Twitter il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato. “Da parte di Cappato, che deve la giusta assoluzione nel processo che ha avuto per il caso del Dj Fabo anche alla sentenza di questa Corte, dire che questa Corte fosse maldisposta significa dire una cattiveria che si poteva anche risparmiare in un momento in cui era opportuno riflettere su cosa stava facendo, parlando di eutanasia mentre si trattava di omicidio del consenziente” ha detto Amato replicato a Cappato.

In materia di giustizia, dopo i 4 quesiti accolti in mattinata (leggi l’articolo), la Consulta ha dichiarato ammissibile il quesito referendario sulla valutazione dei magistrati e quello relativo al voto degli avvocati nei consigli giudiziari.