Dopo i cinghiali pure le capre. Roma è uno zoo. Ma non c’è più la Raggi e nessuno ne parla

Dopo i gabbiani e i cinghiali, a Roma ci mancava solo l’invasione delle capre. Al Trullo i ruminanti divorano siepi e aiuole.

Dopo i cinghiali pure le capre. Roma è uno zoo. Ma non c’è più la Raggi e nessuno ne parla

Dopo i gabbiani e i cinghiali, ci mancava solo l’invasione delle capre. Sembra sempre che a Roma ci sia tutto l’occorrente per dare vita a uno zoo a cielo aperto a cui, poco alla volta, si aggiungono sempre nuovi esemplari più o meno esotici. L’ultima scoperta è che nel quartiere Trullo, in mezzo ai palazzoni e non in chissà quale zona periferica, per i romani è ormai facile imbattersi in gruppi di caprette che scorrazzano libere, mangiucchiando siepi e prati.

Dopo i gabbiani e i cinghiali, a Roma ci mancava solo l’invasione delle capre

Scene d’altri tempi che fanno un po’ sorridere, specie alla luce dei commenti social in cui i cittadini le hanno già ribattezzate ‘caprette tosaerba’, pensando che sono ormai entrate nella quotidianità della Capitale d’Italia. Peccato che, a ben vedere, c’è davvero poco da essere contenti.

Lo sa bene il vice presidente M5S della commissione Ambiente, Daniele Diaco (nella foto), che sui social posta una delle tante foto a tema sferzando l’attuale Amministrazione con una didascalia al vetriolo: “Caprette che fanno ciao a Gualtieri. Siamo al Trullo a Roma. Tra gli sguardi dei cittadini ormai abituati a tutto, questi simpatici animali ‘aiutano’ a tenere in ordine le siepi delle case”.

Uno scatto in cui, prosegue il pentastellato, viene immortalata “una scena bucolica e nostalgica, che ricorda i dipinti dell’agro romano di qualche secolo fa. Peccato che ora siamo una Capitale europea e che il nuovo sindaco, dopo aver vinto infangando in tutti i modi Virginia Raggi, non si sta dimostrando un buon pastore”.

Difficile dargli torto perché fino ad ora sul fronte della fauna che infesta la città, sembra sia stato fatto poco e niente. A dimostrarlo, più di mille parole, sono gli incontri ravvicinati che anziché diminuire aumentano ma che, in modo assai curioso, finita l’epoca di Virginia Raggi sembrano non fare più notizia sui media mainstream. Così, nel silenzio generale, i gabbiani continuano a imperversare sui cieli mentre volpi, lupi, capre e cinghiali, sono parte integrante dell’Urbe tanto che c’è da chiedersi se non intendano chiedere la cittadinanza.

Una situazione drammatica, specie per quanto riguarda i cinghiali, che il Pd spera di risolvere con l’accordo raggiunto ieri tra l’assessorato capitolino all’Ambiente, la Regione Lazio, la Città Metropolitana, Ispra e l’Ente Roma Natura. Sostanzialmente la soluzione, per i 5S poco più di una ‘pezza’, prevede l’installazione di recinzioni e gabbie in specifiche zone di Roma. Iniziativa che partirà a giorni e per la quale sono stati stanziati appena 70mila euro. Recinzioni che da sole non risolveranno nulla visto che, per Roma Natura, il problema restano i rifiuti lasciati in strada.