Dopo Putin adesso Salvini sta pure con Trump. Il Capitano con gli Usa contro Pechino. Ma seguendo la sua tesi l’Italia dovrebbe dichiarare guerra alla Lombardia

Prima gli italiani. E guerra ai cinesi. In calo vertiginoso di consensi e snobbato anche all’estero dai sovranisti che contano, i quali da tempo preferiscono interloquire con la sorella d’Italia Giorgia Meloni, Capitan Matteo Salvini ieri ha cercato di accordarsi a Donald Trump e Boris Johnson nella dichiarazione di guerra a Pechino. Poco importa che la partita giocata da Washington e in parte da Londra sia molto più sofisticata. Per il leader della Lega niente di meglio che dichiarare di voler far pagare i tanti danni di queste settimane alla Cina, accusata di aver infettato il mondo con il Covid-19. Anche se mancano prove su eventuali responsabilità e la tesi principale degli scienziati continua ad essere quella di un virus passato dagli animali all’uomo, per la propaganda non servono riscontri. Basta uno spot capace di prendere ancora una volta alla pancia quel popolo che era suo e che ora ha voltato le spalle al capo del Carroccio.  Basta un tweet. E con certi argomenti i cuoricini sono assicurati. “Chi ha contagiato il mondo deve pagarne le conseguenze, e i governi, se sono liberi e sovrani, e non sotto ricatto, devono difendere tutte le aziende nazionali da scalate e aggressioni economiche di quella che non è una democrazia ma una dittatura”, ha affermato Salvini. Peccato che seguendo il suo ragionamento tutte le Regioni italiane dovrebbero fare una class action contro la sua Lombardia da dove in Italia è partito il coronavirus per poi mettere in ginocchio tutto il Paese.