Sarà un gigante con ricavi aggregati per 2,9 miliardi quest’anno nel settore dei pagamenti. E ulteriori sinergie sono attese dalla fusione tra Nexi e Nets, che usufruiranno pure dei risparmi previsti dalla precedente aggregazione tra Nexi e Sia. Se l’operazione otterrà tutte le autorizzazioni necessarie (l’assemblea straordinaria sarà chiamata ad approvare la fusione nel primo trimestre 2021) ci saranno ancora più mezzi per diffondere i sistemi di pagamento elettronico, ad oggi in Italia piuttosto indietro rispetto a molti altri Paesi europei.
LA FUSIONE. La fusione sarà realizzata interamente in azioni: gli azionisti di Nets riceveranno 406,6 milioni di nuove azioni Nexi equivalenti a una quotazione azionaria proforma del 39% nella nuova entità Nexi-Nets e pari al 31% se si considera la combinazione Nexi-Nets.Sia. Nets viene valuta 7,8 miliardi in termini di enterprise value. Al closing, Hellman & Friedman deterrà il 21%, Advent International & Bain Capital il 13% , Mercury UK il 12%, Intesa Sanpaolo il 6%, GIC Private Equity il 4% e il flottante sarà del 44%.
Al closing di entrambe le fusioni con Nets e Sia (quest’ultimo previsto entro il terzo trimestre 2021), Cassa Depositi e Prestiti, che ha favorito l’operazione, deterrà il 17%, Hellman & Friedman il 16%, Advent International & Bain Capital il 10%, Mercury UK il 10%, Intesa Sanpaolo il 5%, GIC il 3% e flottante a Piazza Affari sarà di circa il 38%. Attraverso la combinazione con Nets “stiamo creando una Nexi più forte, con un maggiore potenziale di crescita e una maggiore resilienza”, ha detto il ceo di Nexi, Paolo Bertoluzzo (nella foto).