Dopo un anno di Gualtieri a Roma mezzo Pd vuole farlo fuori

Cinque consiglieri del Partito democratico contro il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Chiesta una verifica di maggioranza.

Dopo un anno di Gualtieri a Roma mezzo Pd vuole farlo fuori

Al Campidoglio c’è poco da star sereni. Si avvicina, infatti, “il tagliando” del primo anno di governo della Capitale e nella maggioranza dem inizia a bruciare il fuoco che, fino ad ora covava sotto la cenere. La scorsa settimana il sindaco, Roberto Gualtieri, ha incontrato i consiglieri del Partito democratico per affrontare con estrema franchezza una serie di questioni, tra cui la difficoltà dei rapporti tra giunta e assemblea capitolina: una polemica, quella sul dialogo non sempre puntuale tra l’esecutivo e gli eletti, che è la cifra costante di tutte le amministrazioni.

Cinque consiglieri del Partito democratico contro il sindaco di Roma Gualtieri. Chiesta una verifica di maggioranza

Questa volta però c’è un fatto nuovo: le dimissioni dell’ex capo di Gabinetto, Albino Ruberti, travolto dalle polemiche per il video della rissa fuori da un ristorante di Frosinone. Se l’incontro chiarificatore, nel quale Gualtieri ha dato piena rassicurazione di vigilare su un maggiore coinvolgimento della maggioranza, sembrava aver rasserenato il clima, a riaprire la ferita interna al Pd capitolino è stata un’altra riunione, convocata da Yuri Trombetti, storico esponente del circolo di Testaccio, fedelissimo di Enrico Letta e presidente della commissione Patrimonio, che ha ribadito alcune criticità nei rapporti tra i diversi livelli istituzionali oltre a un certo isolamento del sindaco, dal quale ci si aspetterebbe una maggiore presenza nei territori.

“Le nostre non sono critiche, ma suggerimenti – spiega Trombetti -. Il sindaco è bravo e deve essere più presente sul territorio. Non abbiamo chiesto un rimpasto e il tema non ci interessa, ma Roma resta fondamentale per vincere le regionali. Il vero tema è il rilancio dell’azione amministrativa e la richiesta di una maggiore collegialità, input che Gualtieri sembra aver recepito”. Al dibattito hanno preso parte anche i consiglieri Antonella Melito, Antonio Stampete, Carla Fermariello e Cristina Michetelli.

Certo è che l’etichetta di frondisti a loro non piace per niente. Ma difficilmente ne potranno trovare un’altra ora che hanno chiesto la verifica sulla giunta Gualtieri. Insomma tempi sempre più difficili per il Partito democratico, costretto a dare priorità massima alla pratica del Campidoglio ora che 5 consiglieri su 18 hanno rotto gli indugi per passare all’attacco.

Il sottogruppo – Yuri Trombetti, Antonella Melito, Antonio Stampete, Carla Fermariello e Cristina Michetelli, che tra l’altro fa parte anche della direzione nazionale – si è dato appuntamento davanti a un centinaio di militanti, per snocciolare tutti i nodi. Nello specifico i frondisti considerano l’amministrazione capitolina troppo poco dinamica e molto attendista: “Dobbiamo essere più radical e meno chic”, ha esortato uno degli intervenuti.

E dire che i 18 si erano riuniti solo pochi giorni prima senza far registrare alcuna divisione. Sembrava calma piatta e invece sotto bolliva il caos, reso ancor più ingarbugliato dall’elezione in Parlamento del segretario romano, Andrea Casu. Certo è che la Capitale in questo momento avrebbe ben altro a cui dedicarsi: a partire dal disatro sui rifiuti per non parlare della viabilità e dei trasporti.