Doppietta selvaggia: ok alla caccia su spiagge e foreste

Verso il Cdm il ddl che liberalizza la caccia su spiagge, dune, foreste e praterie. Le associazioni ambientaliste sul piede di guerra.

Doppietta selvaggia: ok alla caccia su spiagge e foreste

Non solo la lobby dei costruttori di armi. Adesso, anche quella dei cacciatori ringrazia. È a loro, infatti, che si rivolge il nuovo Ddl sulla caccia che il ministro-cognato Francesco Lollobrigida sta per consegnare al Consiglio dei ministri.

La caccia non sarà più uno sport, ma arma per conservare la biodiversità

Un testo che, a sentire le associazioni ambientaliste, farà regredire la conservazione del patrimonio faunistico e ambientale italiano di un paio di ventine di anni. Partendo dal presupposto (discutibile)  che la caccia non sarà più considerata attività ludica, ma attività che concorre alla tutela della biodiversità

La liberalizzazione totale di Lollobrigida

Da ciò promana una liberalizzazione pressoché totale: le Regioni saranno infatti obbligate a ridurre le aree protette, se ritenute “eccessive”, prevedendo addirittura un potere sostitutivo del Ministro dell’Agricoltura. Verranno riaperti gli impianti di cattura dei richiami vivi e le specie che potranno essere catturate passeranno da 7 a 47 (milioni di animali oggi liberi finiranno così all’ergastolo).

Viene eliminato poi ogni limite nel possesso di uccelli da richiamo provenienti da allevamento, con tutti i rischi del caso legati al bracconaggio e al traffico di animali vivi, visto che i controlli diventeranno sostanzialmente impossibili. Verrà inoltre consentita la caccia nelle aree demaniali come spiagge, zone dunali, foreste, praterie, con enormi rischi per escursionisti, villeggianti, ciclisti…, e sarà rimosso ogni limite alla costruzione di nuovi appostamenti fissi.

Attività venatoria estesa ai periodi di migrazione e nidificazione

E ancora: le gare di caccia con cani e fucili saranno consentite anche di notte e nei periodi di nidificazione, mentre nelle aree private l’attività venatoria potrà essere esercitata senza regole. Circa le licenze, queste potranno essere riconosciute ai cittadini stranieri senza necessità di una loro formazione sulle regole italiane. Saranno poi estesi i periodi di caccia oltre febbraio (periodo di migrazione prenuziale e nidificazione) e il numero delle specie cacciabili potrà essere incrementato dalla politica.

Come se non bastasse, la caccia sarà consentita anche dopo il tramonto con l’impossibilità di distinguere le specie e potenziali pericoli per la pubblica incolumità. Infine, sarà consentita la “braccata” anche sui terreni innevati, così da poter seguire le tracce degli animali.

Caccia, la rivolta delle associazioni ambientaliste

Un vero disastro, insomma secondo le associazioni ambientaliste che sono insorte appena venute a conoscenza del testo. Per ENPA, LAC, LAV, Lipu e WWF Italia si tratta di “un testo intriso di ideologia ed estremismo filo-venatorio, che di fatto regala ai cacciatori la fauna selvatica e le aree naturali che la Costituzione riconosce come patrimonio di tutti e delle future generazioni, facendosi beffe della scienza e dei diritti dei cittadini”.

Riforma incostituzionale, secondo gli ambientalisti

La “devastante ‘riforma governativa’”, elaborata “sotto dettatura delle frange più estreme dell’associazionismo venatorio, senza alcuna condivisione col mondo ambientalista, presenta elementi di palese incostituzionalità e contrasta con le direttive europee in materia, ma evidentemente tutto questo non sembra interessare chi ci governa”, denunciano le associazioni, “Accontentare un proprio elettorato di riferimento vale l’uccisione indiscriminata di centinaia di milioni di animali, la privatizzazione della natura e nuove procedure di infrazione che tanto non pagheranno né i ministri né i cacciatori, ma tutti i cittadini italiani”.

“Faremo tutto il possibile per impedire questo scempio”

“Il governo Meloni fin dall’inizio dell’attuale legislatura si è dimostrato ossessionato dai consensi venatori, portando il Parlamento ad emanare decine di provvedimenti atti a scardinare progressivamente le tutele della fauna selvatica”, aggiungono ancora ENPA, LAC, LAV, Lipu e WWF Italia, “Non soddisfatti, ora si accingono ad una misura drastica, cercando di far passare sotto silenzio un progetto che va contro le regole europee, gli animali, ma anche contro le persone, la loro sicurezza, la libertà di fruire delle aree protette, i sentimenti e la cultura ma anche lo sviluppo economico di questo Paese”. “Faremo tutto il possibile per impedire che questo scempio diventi legge”, promettono le associazioni.