Doppio mandato e alleanze. M5S verso il cambiamento già dalle prossime Regionali. Salvo che in Liguria. L’intesa può essere solo ufficiosa. Si attende un video di Grillo per sbloccare le trattative

Ormai si attende solo di sapere il giorno: all’interno del Movimento cinque stelle più di un parlamentare è convinto che sia questione di ore prima che Beppe Grillo, da giorni in religioso silenzio, compaia in video per aprire un nuovo step all’interno del “suo” Movimento, esattamente come capitato un anno fa all’indomani della crisi del Papeete quando lanciò l’idea di un’allenza governativa con il Pd per fermare i “barbari”. Fonti pentastellate sono decisamente convinte che in questo prossimo video si andrà nella direzione ormai sperata da tanti: un’alleanza strutturata, anche a livello locale, con il democratici. “Che il terzo polo non esista più è un dato di fatto”, mormora più di qualcuno nei corridoi parlamentari. “È tutto un gioco tra due poli: da una parte la destra sovranista e dall’altra un centrosinistra pentastellato”, spiegano ancora.

SGUARDO A SETTEMBRE. Anche la scelta dei tempi, d’altronde, non è banale: se il messaggio di Grillo dovesse arrivare nei prossimi giorni o nelle prossime settimane significherebbe ovviamente cambiare radicalmente le carte in tavola anche in vista delle prossime elezioni regionali. Certo: i candidati decisi dal Movimento per le varie presidenze già ci sono, ma nulla vieta che un accordo informale (e il ricorso laddove sia previsto al voto disgiunto) possa garantire il giusto sostegno al Pd. C’è, poi, il caso della Liguria dove resta sempre in ballo la possibilità di un nome condiviso – Ferruccio Sansa – che dunque potrebbe fare da apripista ad altri accordi regionali.

Scenario simile anche in Puglia dove Michele Emiliano, d’altronde, è stato tra i primi a patrocinare un’alleanza – di governo e non solo – con il Movimento cinque stelle: un appoggio dei pentastellati alla sua candidatura, in effetti, suggellerebbe l’alleanza dato che sarebbe non solo determinante per la vittoria contro Raffaele Fitto ma soprattutto darebbe uno schiaffo morale (e non solo) a Italia Viva che ha deciso di scendere in campo in autonomia con Ivan Scalfarotto, sottraendo di fatto voti a Emiliano.

Discorso diametralmente diverso per la Campania dov’è difficilmente ipotizzabile un appoggio dei Cinque stelle per Vincenzo De Luca (né in realtà lo “sceriffo”, favoritissimo per la vittoria, brama un’intesa con una forza politica non gradita). Ed è proprio per la varietà dei rapporti regionali che lo scenario più probabile è che alla fine si propenda per una sorta di accordo non scritto tra le due forze di maggioranza col fine di evitare una pericolosa debacle che potrebbe anche compromettere la tenuta dell’esecutivo.

I TEMI SUL TAVOLO. Sul tavolo del Movimento, però, c’è ancora un’altra questione tutta ancora da decifrare in vista non solo delle elezioni amministrative che ci saranno nei prossimi anni, ma anche e soprattutto in vista delle elezioni politiche. Il tema ruota attorno al doppio mandato. Davide Casaleggio – e non solo lui – è stato chiaro sul tema, sottolineando la necessità che su un punto così dirimente per i Cinque stelle non ci sia alcun passo indietro. Resta, però, il fatto che formalmente Casaleggio è esterno al Movimento, mentre all’interno dei pentastellati, come ha fatto intendere anche il capo politico Vito Crimi, la questione è aperta e tutta da affrontare.

“Ciò che manca al Movimento – spiega più di un parlamentare – è che una scuola di formazione: prima che si compia questo passo non si può rinunciare a chi si è formato sul campo”. In altre parole se si azzerassero i gruppi parlamentari alle nuove elezioni, si dovrebbe ripartire da zero, considerando che in questa legislatura sono ben pochi i parlamentari che sono stati “istruiti” per affrontare opposizioni e media. Senza dimenticare le questioni locali: Virginia Raggi ha già annunciato la sua intenzione di ricandidarsi, ma sarebbe a quel punto al suo terzo mandato. “La questione – sottolineano ancora dal Movimento – è come sempre capire su cosa cedere e su cosa invece restare fedeli agli ideali delle origini”. Il dibattito è aperto. E, teme qualcuno, potrebbe lasciare pesanti strascichi nel Movimento.