Dossieraggio, la Procura di Roma indaga sulle accuse a Gravina

La Procura di Roma indaga sulle presunte accuse mosse a Gravina. Striano e Laudati avrebbero "favorito intenzionalmente un danno" al presidente della Figc.

Dossieraggio, la Procura di Roma indaga sulle accuse a Gravina

Le attività del presidente della Figc, Gabriele Gravina, al centro di una indagine avviata dalla Procura di Roma sulla base della trasmissione atti che venne fatta dal finanziere Pasquale Striano e dal pm Antonio Laudati che trasmisero gli atti a piazzale Clodio, nei mesi scorsi. Ed anche se il militare e il magistrato risultano indagati a Perugia – insieme ad altri 14 soggetti – per una presunta attività di Dossieraggio l’oggetto di quanto affermato è motivo di interesse degli inquirenti capitolini.

La Procura di Roma indaga sulle presunte accuse mosse a Gravina. Striano e Laudati avrebbero “favorito intenzionalmente un danno” al presidente della Figc

Secondo quanto si è appreso le verifiche riguardano, tra l’altro la vendita dei diritti della Lega Pro e della Salernitana. Il fascicolo aperto dal procuratore capo, Francesco Lo Voi, è stato affidato all’aggiunto Giuseppe Cascini ed al pm Maria Sabina Calabretta. L’accertamento è, al momento, senza indagati od ipotesi di reato, un ‘modello 45’ – si aggiunge nella cittadella giudiziaria romana.

Le “presunte attività illecite poste in essere da Gabriele Gravina” sono oggetto del fascicolo avviato dalla Procura della Capitale. Secondo l’invito a comparire dei pm di Perugia per il luogotenente Striano, il militare e Laudati “attestavano falsamente che le fonti di innesco dell’attività investigativa”. Affermando che sulla base di “elementi informativi provenienti dalla procura di Salerno e da quest’ultima acquisiti dell’ambito di proprie attività investigative” quando invece “l’origine dell’atto erano le informazioni ottenute” da altra persona “attraverso incontri promossi da Laudati e concordati da Striano nel maggio del 2022”.

Una condotta – scrivono i magistrati umbri – che portava “intenzionalmente un danno a Gabriele Gravina” ipotizzando “attività illecite poste in essere dallo stesso” presidente Figc. Da alcuni mesi gli inquirenti guidati dal procuratore Lo Voi, appunto, stanno ricostruendo il bandolo della matassa. Secondo i magistrati perugini Laudati, e Striano avrebbero “favorito intenzionalmente un danno” al presidente della Federcalcio, “ipotizzando attività illecite poste in essere da Gravina”. I due avrebbero sostenuto questa ipotesi “attestando falsamente che la fonte di innesco dell’attività investigativa erano elementi informativi provenienti dalla procura di Salerno”.

Gli indagati potrebbero essere più di 14

Gli inquirenti romani, a loro volta, stanno cercando di capire se il percorso accusatorio nei confronti di Gravina ha bisogno di ulteriori verifiche. Sinora i pubblici ministeri capitolini hanno ascoltato alcuni testi, ma su questi ed altri passaggi istruttori si mantiene il più stretto riserbo. Comunque dal mondo della politica a quello dell’economia sono decine i nomi di personaggi noti finiti nelle ricerche in banche dati compiute da Striano, che è indagato dalla Procura di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico. Sul registro degli indagati – come spiegato – compaiono una quindicina di persone, tra cui anche il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati.

Alla base, secondo l’accusa, ci sarebbe stata una consultazione di informazioni ‘compulsiva’, con circa 800 accessi abusivi, compiuta tra il 2019 e il 2023 alla ricerca in particolare di eventuali segnalazioni di operazioni sospette (Sos), che ha avuto come ‘obiettivi’ quali oltre a Gravina, l’allenatore Massimiliano Allegri, l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Tra gli ‘spiati’ anche il ministro della difesa, Guido Crosetto. A Striano, in concorso con altri, sono contestati anche i reati di falso, abuso d’ufficio e rivelazione di segreto. Moltissimi i nomi dei politici che compaiono nella lista: da Matteo Renzi a Giulio Centemero, passando per il ministro Giuseppe Valditara, Michele Vietti, Adolfo Urso, dell’attuale presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, il sottosegretario Andrea Delmastro, Irene Pivetti, Alessio D’Amato, Letizia Moratti, i figli di Denis Verdini, Francesca e Tommaso, fino anche a Marta Fascina.

Spiati anche Bonomi, Colao, Arcuri e Vaia

Presenti anche persone connesse ad inchieste del Vaticano, tra cui Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi, così come quello di Piero Amara, l’avvocato d’affari al centro di diversi procedimenti. Accessi informatici abusivi hanno riguardato pure il mondo dell’economia: si va dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi a Vittorio Colao, ma nella lista compaiono anche nomi legati all’emergenza sanitaria del Covid, come quelli dell’ex commissario straordinario Domenico Arcuri e di Francesco Vaia.

Mercoledì e giovedì la Commissione antimafia ascolterà Melillo e Cantone

Si è attivato anche l’Ufficio di presidenza della Commissione antimafia, guidata dal presidente Chiara Colosimo, calendarizzando le audizioni del Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, per mercoledì 6 marzo alle 16.30, e quella del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, per giovedì 7 marzo alle 10.