Draghi vede un ritorno alla crescita. Potrebbe esserci un aumento significativo delle stime del Pil. “Le ragioni per mantenere una politica monetaria e fiscale espansiva restano convincenti”

Il premier Mario Draghi ha fiducia nella ripresa post Covid con le stime del Pil che potrebbero essere riviste al rialzo.

Draghi vede un ritorno alla crescita. Potrebbe esserci un aumento significativo delle stime del Pil. “Le ragioni per mantenere una politica monetaria e fiscale espansiva restano convincenti”

Fiducia nella ripresa post Covid con le stime del Pil che potrebbero essere riviste al rialzo, ma è essenziale puntare sul lavoro, anche mantenendo politiche espansive in materia monetaria e fiscale. Sono alcuni dei punti toccati dal presidente del Consiglio Mario Draghi, nel suo intervento (qui il video) a Barcellona al “Cercle d’Economia” nell’ambito del forum bilaterale Italo-Spagnolo. “Gli sforzi vaccinali ci hanno inoltre permesso di riaprire le nostre economie – ha detto Draghi – C’è un ritorno alla crescita. Secondo le previsioni della Commissione europea, quest’anno il prodotto interno lordo dell’Ue crescerà del 4,2%. In Italia e in Spagna, si prevede un aumento rispettivamente del 4,2% e del 5,9%. Queste previsioni potrebbero essere riviste al rialzo, con il ritorno della fiducia fra le imprese e le famiglie”.

“Il nostro obiettivo minimo deve essere quello di riportare l’attività economica almeno in linea con la traiettoria precedente alla pandemia – ha spiegato il presidente del Consiglio – Tuttavia, secondo le previsioni attuali, non sarà possibile raggiungere tale obiettivo senza ulteriori sforzi. Dobbiamo quindi agire rapidamente ed efficacemente. L’obiettivo ideale sarebbe quello di superare la crescita pre-pandemia”.

Preoccupazione particolare viene espressa da Draghi per l’indebitamento e la situazione dell’occupazione. “Nel 2020 il rapporto debito/Pil nell’UE è aumentato di 16,7 punti percentuali – ha affermato il premier – In Spagna, tale rapporto è aumentato di più di 25 punti percentuali ed in Italia di 15,8 punti percentuali. Inoltre i governi hanno fornito alle imprese delle garanzie generose. Alla fine del 2020, solo nei quattro paesi UE più grandi, tali garanzie ammontavano a quasi 450 miliardi di euro”.

Riguardo al lavoro, “è necessario che l’occupazione aumenti in maniera più celere, per creare i posti di lavoro di cui abbiamo bisogno. L’economia globale sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, tra cui la transizione ecologica e digitale, che richiederanno una riallocazione della forza lavoro”. L’impatto del Covid sull’economia e la società, ha spiegato ancora Draghi, “è stato devastante”. “Il prodotto interno lordo dell’Unione Europea è calato di 6,1% – la maggiore contrazione mai registrata. La riduzione più forte è stata registrata in Italia e in Spagna, dove il Pil è calato rispettivamente dell’8,9% e del 10,8%”.

“In seguito alla crisi del debito sovrano europeo – ha spiegato ancora Draghi -, il numero di persone nell’Ue a rischio di povertà o di esclusione sociale è aumentato di 3,5 milioni – e quel numero non è ancora tornato ai livelli pre-crisi. Abbiamo dato la democrazia per scontata e abbiamo ignorato il rischio del populismo. Le nostre società stanno attraversando dei cambiamenti economici importanti e dobbiamo dare un sostegno ai lavoratori attraverso politiche attive del mercato del lavoro. Questo vuol dire creare nuove opportunità per le donne e per i giovani, oltre a riqualificare tutti coloro che hanno perso il lavoro. Allo stesso tempo, durante questa ripresa, dobbiamo garantire una maggiore attenzione al cambiamento climatico. Non possiamo uscire dalla crisi sanitaria per poi entrare, da sonnambuli, in una crisi ambientale. Dobbiamo fare in modo – ha concluso Draghi – che la ripresa sia equa e sostenibile”.

https://youtu.be/YWai8dxWqos