Cartellino giallo per Draghi da Berlusconi e i due mattei. Asse al Senato tra Italia Viva e destre. E il Governo va sotto due volte sul decreto Capienze

Alla fine il decreto Capienze ha avuto il via libera in Aula a Palazzo Madama con 174 sì e 20 no ma il dato politico è un altro.

Cartellino giallo per Draghi da Berlusconi e i due mattei. Asse al Senato tra Italia Viva e destre. E il Governo va sotto due volte sul decreto Capienze

Alla fine il decreto Capienze ha avuto il via libera in Aula a Palazzo Madama con 174 sì e 20 no ma il dato politico è un altro: l’esecutivo è andato sotto due volte nel corso delle votazioni grazie al fronte comune fra centrodestra (compreso quello di governo) e Italia Viva.

Il primo “incidente” si è verificato su tre emendamenti per elevare la capienza dei bus turistici al 100% presentati da Lega, Forza Italia e Pd che avevano avuto il parere contrario del relatore e dell’esecutivo, ma mentre alla fine i dem, il M5s e Leu si sono attenuti al parere dell’esecutivo, Lega e FI hanno votato a favore insieme a FdI. L’altro emendamento passato con il parere contrario del governo è stato presentato da Italia viva e prevede per tutta la durata dell’emergenza sanitaria l’estensione a 68 anni del limite d’età per la nomina dei direttore generali e di aziende sanitarie locali, ospedaliere e altri enti del servizio sanitario nazionale.

PROVE DI INCIUCIO. Ovviamente l’asse fra renziani e destre non è passato inosservato: campanello d’allarme in vista della manovra? Prove tecniche d’intesa sulla partita del Quirinale? Fatto sta che la capogruppo pentastellata al Senato Maria Domenica Castellone, che ha visto respinta la richiesta di sospensione della seduta, ha esortato il premier Mario Draghi a pendere atto che “Il voto contrario avvenuto rispetto al parere del governo da parte di alcune forze di maggioranza al Senato è un fatto estremamente grave” e dunque “se il centrodestra e Iv, che con questo ennesimo atto proseguono nella manovra di avvicinamento reciproco, vogliono chiudere con l’esperienza del governo Draghi e aprire una crisi” se ne devono assumere la responsabilità e dirlo apertamente. Stessa linea espressa anche dalla capogruppo del Pd Simona Malpezzi.

“È arrivato il momento che centrodestra e Iv chiariscano se hanno ancora fiducia nel governo Draghi, altrimenti non si spiega perché abbiano votato alcuni emendamenti con FdI nonostante il parere contrario dell’esecutivo. Sono convinta che serva davvero un metodo di lavoro condiviso in vista dell’iter parlamentare della legge di bilancio”. Che il nodo, al di là dell’episodio specifico di ieri in Senato sia tutto politico, lo spiega anche la presidente dei senatori del gruppo Misto Loredana De Petris che pone l’accento sul fatto che “quando si vede una parte della maggioranza festeggiare con l’opposizione perché il governo è andato sotto, diventa necessario fare il punto su come si deve stare in questa maggioranza”.

Problema che evidentemente non si pongono dalle parti di FI visto che il senatore azzurro Massimo Mallegni in una nota ha ringraziato alcuni colleghi del Pd e dei 5s che hanno votato in modo contrario all’indicazione del loro gruppo all’emendamento sulla capienza sui bus turistici, in particolare il dem Salvatore Margiotta.

Si è trattato invece di un errore il voto favorevole all’emendamento di Iv sulla nomina di dirigenti sanitari per l’emergenza Covid dell’esponente Pd Antonio Misiani. Anche perché nonostante le ipotesi “aperturiste” del segretario Enrico Letta nei confronti di Matteo Renzi – che vorrebbe ricondurlo nell’alveo del “campo largo” progressista – il senatore semplice di Rignano sull’Arno non sembra corrispondere l’interesse e pare invece decisamente dirottarlo dalle parti del centrodestra nell’ottica di dare vita, insieme ad altri cespugli centristi ad un cantiere riformista che va da Azione di Carlo Calenda a pezzi di FI, cui aspirerebbe ad essere il centro di gravità.