Draghi se la gode, triplo schiaffo al sultano. Altro smacco per Erdogan che Supermario definì un dittatore. I due leader in freddo da quando il nostro premier prese le difese della von der Leyen umiliata ad Ankara

Si scrive Italia-Turchia, ma si legge Draghi-Erdogan. Il finale però è lo stesso: 3-0. Quella di ieri sera non è stata solo una grande vittoria calcistica.

Draghi se la gode, triplo schiaffo al sultano. Altro smacco per Erdogan che Supermario definì un dittatore. I due leader in freddo da quando il nostro premier prese le difese della von der Leyen umiliata ad Ankara

Si scrive Italia-Turchia, ma si legge Draghi-Erdogan. Il finale però è lo stesso: 3-0. Quella di ieri sera non è stata solo una grande vittoria calcistica all’esordio degli Europei. Il confronto tra le due nazionali nasconde una partita parallela a livello politico tra due diverse concezioni del mondo in primis, e poi a livello personale tra i due leader, visto che Mario Draghi prese subito le distanze dall’episodio che coinvolse Ursula von der Leyen umiliata dal maschilismo islamico del satrapo turco.

Il nostro premier definì in quella occasione Recep Tayyip Erdogan un dittatore (leggi l’articolo). Al che al turco girarono le mezzelune con la solita sfuriata coreografica a cui ci ha abituato, ma poi si calmò, penso agli sghei e cioè ai rapporti economici tra i due Stati e si ammansì. Resta però sempre il fatto che tra la Turchia e l’Unione europea ci sono grandi tensioni mai sopite e Draghi è un leader europeista tanto è vero che è attualmente in Cornovaglia per il G7.

Insomma la partita amplifica e mette in evidenza tutte le problematiche della Turchia che poi non si capisce perché dovrebbe per forza giocare in Europa visto che si tratta di una nazione che è per il 95% in Asia. A parte questo, c’è un altro motivo di tensione geopolitica e cioè il fatto che Erdogan si propone come media potenza mediterranea e in questa veste è venuto in Libia che è una terra per tradizione sotto l’influenza italiana, visto che siamo stati proprio noi a prenderla agli ottomani turchi. Nel 1911 conquistammo la Tripolitania e la Cirenaica sotto il governo Giolitti.

A partire dal 1922 il governo Facta, seguito da quello Mussolini, portarono a termine il consolidamento di quella che poi verrà chiamata Libia italiana. Erdogan è in Libia con aiuti militari anche per una sorte di rivalsa storica nei confronti dell’Italia. Tutte questi fattori fanno capire come Italia – Turchia non sia stata solo una normale partita di calcio, ma sottenda parecchi problemi diplomatici e bilaterali. La novità dell’ultima ora è stata quella che Erdogan ha annunciato che non sarà presente alla partita di inaugurazione degli Europei a Roma e visto il risultato possiamo dire che l’ha scampata bella.

Erdogan sono anni che sfida l’Europa e l’Italia che si sono sempre mostrate troppo accomodanti con il dittatore del Bosforo. Forse Erdogan è rimasto a Istanbul consapevole che avrebbe rischiato di non trovare una poltrona allo stadio Olimpico di Roma e magari per gustarsi la sconfitta della sua squadra si sarebbe dovuto accomodare sul freddo e duro marmo dell’Olimpico. Un po’ lo stesso atteggiamento che ha riservato Presidente della Commissione europea.