Draghi sulla scia di Conte. Ma il ruolo di vigilanza dei 5S sarà determinante. Per l’eurodeputato Giarrusso: “E’ un bene che sia stata riconosciuta l’utilità del Reddito di cittadinanza”

Draghi sulla scia di Conte. Ma il ruolo di vigilanza dei 5S sarà determinante. Per l’eurodeputato Giarrusso: “E’ un bene che sia stata riconosciuta l’utilità del Reddito di cittadinanza”

“Quando votammo a favore di Ursula von Der Leyen proprio io in Parlamento, a nome del Movimento cinque stelle, dissi chiaramente che saremo stati una spina nel fianco, che il nostro voto non era una fiducia in bianco. A distanza di mesi devo dire che finora il rinnovamento in Europa va avanti, ed è il motivo per cui siamo stati eletti”. Comincia da un aneddoto la riflessione di Dino Giarrusso, volto tra i più noti del Movimento cinque stelle ed europarlamentare, in merito al voto di fiducia di ieri al Senato sul governo di Mario Draghi. I parallelismi, in effetti, sono più di uno. “Anche in questo caso i miei colleghi hanno fatto bene a sottolineare che il loro voto non è una fiducia in bianco. Dopo le parole, vedremo cosa ci diranno i fatti”.

Per ora, tuttavia, stando alle parole che impressione le ha fatto Draghi?
Sa, quando si fanno discorsi programmatici è difficile sbagliare. Gli intenti, ovviamente, sono condivisibili. Devo dire che mi ha fatto un certo effetto sentire un ex banchiere sottolineare un concetto molto caro a noi del Movimento cinque stelle, e cioè che in Italia c’è troppa disuguaglianza. Interpreto queste parole come un riconoscimento dell’importanza del Reddito di cittadinanza che senz’altro ha aiutato a combattere questo fenomeno e a ridurre la forbice tra ricchi e poveri, una forbice che di fatto fa danno a tutto il Paese.

Crede che questo sarà un governo in continuità con quello di Conte?
Me lo auguro, certo: dalle parole di Draghi è emerso anche questo: il presidente del Consiglio ha esplicitamente riconosciuto l’importante lavoro del suo predecessore. Ma ripeto: alle parole dovranno seguire i fatti. In base all’operato giudicheremo questo governo.

Intanto Draghi pare non voglia neanche prendere in considerazione il Mes. E Italia viva ha fatto dietrofront: sembra che anche per loro non sia poi così importante…
Guardi, per me è una soddisfazione personale, per quanto amara. Io mi sono battuto come un leone per evidenziare in ogni occasione quanto dannoso potesse essere attivare il Mes. Non a caso Draghi, che è una persona competente in ambito economico, lo sa bene ed ha evitato di parlarne nel suo discorso. Tutto questo però la dice lunga su quanto fosse strumentale la posizione di Italia viva durante la crisi: il Mes, di cui pure avevano parlato per giustificare la loro azione irresponsabile, a quanto pare non era il vero motivo per far cadere Conte…

Nell’intervento di ieri il senatore Faraone ha detto che Iv non parla più di Mes perché il loro Mes è Draghi.
Beh, siamo alle comiche. Al di là delle battute, mi fa molto piacere che su alcuni temi i miei colleghi parlamentari del Movimento siano intransigenti. E un punto su cui essere intransigenti è proprio il no al Mes: nessuno Stato europeo ha scelto di attivarlo. Gli unici a cui piace il Mes in tutta Europa sono i renziani e gli opinionisti e giornalisti italiani vicini a Renzi, veda un po’ lei…

Dunque, in chiusura sì a Draghi ma con forte spirito critico?
Gli attivisti hanno scelto, ma io penso che non bisogna mai tradire i propri ideali. E noi, pur nell’evoluzione che stiamo vivendo, dobbiamo giurare fedeltà agli ideali da cui il Movimento ha preso vita. Anzi, le dirò di più: già lo eravamo con la Lega e col Pd, ma ora vista l’eccezionalità del momento dobbiamo essere ancora più attenti. Sarà Fondamentale vigilare senza sconti.

A proposito di evoluzione, il voto di ieri su Rousseau ha sancito il passaggio dalla leadership individuale a quella collegiale. Che strada si apre ora davanti al Movimento dopo giorni in cui si è parlato di scissione?
Io credo che sia una enorme occasione per ripartire. La collegialità consentirà di rappresentare tutte le anime del Movimento, ma fondamentale sarà essere uniti. Solo così possiamo ripartire alla grande.

Crede ci siano i presupposti?
Assolutamente sì. L’importante è essere uniti, avere senso di responsabilità, e spero valorizzare la figura di Conte. Guardi: se tutti impiegassimo le energie che alcuni di noi hanno sprecato in liti interne, per lavorare al cambiamento e sconfiggere i vizi della vecchia politica, secondo me torneremmo a stravincere, nel Paese e nelle urne.