Draghi torna in corsa per un posto a Bruxelles: tra i favoriti come prossimo presidente del Consiglio Ue

Mario Draghi è tra i favoriti per la successione all'attuale presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, secondo il Financial Times.

Draghi torna in corsa per un posto a Bruxelles: tra i favoriti come prossimo presidente del Consiglio Ue

Mario Draghi torna in ballo per un posto di prestigio in Ue. L’attuale presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è intenzionato a dimettersi in anticipo e, secondo il Financial Times, il suo sostituto potrebbe essere proprio l’ex governatrice della Bce ed ex presidente del Consiglio italiano.

Draghi sarebbe indicato “come uno dei principali candidati”, secondo il quotidiano britannico. Al quale, comunque, viene precisato da una fonte vicina a Draghi che l’ex presidente del Consiglio “non è in cerca di alcun ruolo di primo piano”. Ma, allo stesso tempo, “è improbabile che dica di no se glielo si chiede seriamente”.

Draghi in corsa per la presidenza del Consiglio Ue

Draghi venerdì incontrerà i membri della Commissione europea sul lavoro iniziale del rapporto sulla competitività dell’Ue, la cui pubblicazione è attesa dopo le elezioni europee. In ballo per il posto di successore di Michel ci sono anche lo spagnolo Pedro Sanchez e la danese Mette Frederiksen. Entrambi, al contrario di Draghi, sono “affiliati ai grandi partiti politici europei, un fattore importante nelle nomine dell’Ue”.

Mentre il fatto di non appartenere a un partito potrebbe ostacolare Draghi, secondo il Financial Times. Le posizioni dell’ex governatore della Bce, inoltre, potrebbero essere difficili da digerire per alcuni Paesi come la Germania, per esempio sul tema dell’integrazione fiscale. Inoltre a oggi è difficile anticipare l’esito delle trattative che dipenderanno anche dai risultati delle elezioni europee.

L’urgenza di trovare un successore di Michel subito dipende anche dalle norme Ue che permetterebbero al premier ungherese Viktor Orban di assumere l’incarico se non si dovesse scegliere nessun candidato prima delle dimissioni, in quanto l’Ungheria avrà la presidenza di turno semestrale dal primo luglio.