La sicurezza che non c’è. Un albo dei droni per non venderli ai terroristi. Il deputato Catanoso chiede al Governo una norma apposita

di Stefano Iannaccone

Poche semplici regole per garantire la sicurezza degli italiani. Una priorità in tempi di terrorismo internazionale. E non solo. Perché in gioco c’è una questione di privacy. La materia dei droni insomma “impone una capacità di affrontare problemi sconosciuti fino a qualche anno fa”, spiega il deputato di Forza Italia, Basilio Catanoso. Il parlamentare, proprio per questo, sta mettendo nero su bianco una proposta di legge con l’obiettivo di consegnare una delega al governo.

PROPOSTA
“Non voglio intestarmi nessun merito.Il mio obiettivo non è di proporre un testo specifico, ma quello di far confrontare i ministeri competenti sul tema”, spiega a La Notizia il deputato azzurro. L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) ha già approntato un regolamento sui droni. Ma nei limiti delle proprie competenze sulla tutela dello spazio aereo. La questione è più complessa: questi piccoli aerei possono essere usati anche dagli appassionati per giocare, come possono trasformarsi in strumento di spionaggio. O di attacco.

ALDO DEI DRONI
Basilio Catanoso ha già depositato già un’interrogazione alla Camera per sollecitare la politica a interessarsi. Il punto di partenza è semplice: completare “la registrazione di tutti i droni venduti, almeno al proprietario”. “Una sorta di licenza – dice il deputato – per capire almeno chi possiede un drone. E comprendere se è un modellista oppure un investigatore privato. O magari qualche persona poco raccomandabile a cui è meglio non venderlo”.

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