Droni, jet e minacce: l’Europa si arma ed è sempre più vicina al conflitto con Mosca

I droni sui cieli europei per l'Ue sono probabilmente guidati dalla Russia e si valuta l'abbattimento. Ira di Medvedev

Droni, jet e minacce: l’Europa si arma ed è sempre più vicina al conflitto con Mosca

Sconfinamenti – alcuni veri, altri presunti – di jet e droni russi sull’UE, rapporti diplomatici sotto zero e continui botta e risposta tra i leader europei e il Cremlino. Sembra proprio che l’escalation tra Nato/Ue e Russia si aggravi di ora in ora, con il rischio che un minimo incidente possa far precipitare la situazione.

Del resto, se è vero che le forze armate di Vladimir Putin da oltre venti giorni stanno effettuando provocazioni – come emerso dal caso dei jet di Mosca penetrati nello spazio aereo dell’Estonia per 12 minuti – è altrettanto vero che nell’Unione Europea il tema della guerra con la Russia è stato ampiamente sdoganato e, malgrado le perplessità sulla reale capacità russa di attaccare un Paese Nato, viene sbandierato a più non posso dai politici europei come giustificazione per un pesante riarmo da usare in ottica di deterrenza.

Il caso droni

Come accade ormai da settimane, a tenere banco sono i continui avvistamenti di droni nei cieli di mezza Europa che, per molti, pur in assenza di prove – che potranno arrivare soltanto a seguito di un’indagine ancora lontana dalla conclusione – sarebbero responsabilità di Mosca.

Azioni che stanno gettando nel panico soprattutto il governo di Copenaghen che, in vista del vertice UE che si terrà proprio in Danimarca, ha annunciato lo stop a tutti i voli civili con droni almeno fino alla fine del summit informale del 1° ottobre, a cui parteciperanno i capi di Stato e di governo europei. Un appuntamento per il quale la Danimarca ha anche deciso di aumentare i pattugliamenti aerei, avvertendo che non esiterà ad abbattere i droni ritenuti “un rischio per la sicurezza” del Paese.

Alta tensione

Quel che è certo è che il caso dei droni, al momento ancora non identificati, sta ulteriormente esacerbando le già tese relazioni tra UE e Russia. Secondo il commissario europeo alla Difesa, Andrius Kubilius, si tratta molto probabilmente di una responsabilità diretta di Mosca: “Ci sono problematiche di cui dobbiamo occuparci, ad esempio la flotta ombra nel Mar Baltico, che crea molti problemi e pericoli nella regione. Ora, non ci sono ancora informazioni precise, ma sembra che la Russia abbia la possibilità di lanciare droni dalle flotte ombra dai container, e dobbiamo tenerlo in considerazione”.

Per questo, si auspica che l’UE adotti “una strategia più chiara su cosa fare nei confronti della Russia”. Ben pochi dubbi anche da parte del primo ministro della Svezia, Ulf Kristersson, secondo cui “la probabilità che la Russia voglia inviare un messaggio ai Paesi che sostengono l’Ucraina è piuttosto alta”, pur ammettendo che “nessuno lo sa con certezza”. Poco dopo, tuttavia, ha aggiunto di avere “la conferma” che i droni che hanno violato lo spazio aereo polacco all’inizio di settembre erano russi e che, per questo, ritiene che anche per i velivoli senza pilota avvistati in Danimarca e Norvegia “tutto punta verso la Russia”.

Accuse che da Mosca continuano a respingere con forza, parlando di “isteria anti-russa” da parte di Bruxelles e affermando che Putin non ha nessuna intenzione di entrare in guerra con Nato e Ue. A dirlo è il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, Dmitrij Medvedev, sostenendo che “non dovrebbero esserci conflitti armati” tra Mosca e l’Europa, perché “andrebbero contro gli interessi del nostro Paese”. “La Russia, in linea di principio, non ha bisogno di una guerra con nessuno, nemmeno con l’Europa”, continente che Medvedev non esita a definire “economicamente debole, dipendente dagli Stati Uniti e in declino culturale”. Tuttavia, precisa il fedelissimo di Putin, “il rischio di un incidente esiste sempre” e la Russia è pronta a “gestirlo”.

Escalation contro cui si è schierato anche il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, definendo “sconsiderate” le dichiarazioni dei leader della Nato sulla possibilità di abbattere aerei russi che violassero lo spazio aereo dell’Alleanza: “Hanno detto che abbatteranno (droni e jet). Beh, che provino ad abbattere. Poi, Dio non voglia, dovremo combattere, ovviamente, come si dice in Russia, fino in fondo. Ne hanno bisogno? No”.

Verso l’escalation

In tutto questo, mentre la diplomazia è in stallo e la guerra in Ucraina prosegue senza sosta causando morte e distruzione da oltre tre anni, a far rumore sono le ultime decisioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aumentano ulteriormente la tensione. Come annunciato dall’inviato speciale in Ucraina, Keith Kellogg, in un’intervista a Fox News, “per il presidente Donald Trump non ci sono santuari” e per questo ha dato il suo via libera alle forze armate ucraine affinché conducano attacchi in Russia “in profondità”. “Bisogna usare la capacità di colpire in profondità”, ha detto Kellogg, aggiungendo che Volodymyr Zelensky, nell’ultimo incontro con Trump, ha chiesto la fornitura a Kiev di missili da crociera a lungo raggio Tomahawk.

Una richiesta che, assicura, “gli Stati Uniti stanno valutando attentamente”, visto che Mosca continua a rifiutare i colloqui di pace bilaterali e trilaterali mediati da Washington. Pronta la risposta del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo cui anche se gli Usa fornissero i missili Tomahawk a Kiev per usarli in profondità contro il territorio russo, essi non sarebbero “un’arma magica” in grado di cambiare il corso di un conflitto che, a suo dire, è già segnato. Peskov ha ribadito la volontà di Mosca di giungere a una soluzione diplomatica, salvo poi scaricare ancora una volta su Zelensky lo stallo delle trattative, affermando che “non ci sono ancora segnali dall’Ucraina su una possibile ripresa dei negoziati bilaterali”. Per questo, la guerra sembra destinata a durare ancora a lungo.