Due milioni di lavoratori italiani sono costretti al part-time

In Italia quasi un lavoratore su cinque ha un contratto part-time ma nel 57,9% dei casi si tratta di una scelta obbligata.

Due milioni di lavoratori italiani sono costretti al part-time

Una delle cause delle gravi disuguaglianze che affliggono le società è la perdita di potere negoziale del lavoro. In particolare in Italia ci sono troppe lavoratrici e troppi lavoratori che vivono il lavoro come un dono e non come un diritto costituzionalmente riconosciuto, e tra i fenomeni che caratterizzano il Paese, in modo anomalo rispetto al contesto europeo, c’è il part-time involontario che oggi riguarda oltre 2 milioni di lavoratori e lavoratrici.

In Italia quasi un lavoratore su cinque ha un contratto part-time ma nel 57,9% dei casi si tratta di una scelta obbligata

Per il Forum disuguaglianze e diversità si tratta di un paradosso “se si pensa che il lavoro a orario ridotto è considerato una delle strade a cui in molte parti del mondo si guarda per consentire che la riduzione dei tempi di lavoro si trasformi per tutti, indipendentemente dal genere, in un riequilibrio fra tempi di vita e tempi di lavoro”. Invece in Italia il part-time è “molto spesso è l’esito involontario di una marginalizzazione del lavoro che colpisce soprattutto le donne che non traggono da questa condizione benefici, né sul fronte della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro né della remunerazione”. 

Il Forum per le disuguaglianze ha annunciato di avere elaborato un report che verrà presentato nei prossimi giorni. Già il mese scorso la Cgil aveva denunciato che in Italia quasi un lavoratore su cinque in Italia ha un contratto part time ma nel 57,9% dei casi si tratta di una scelta obbligata. È il dato più alto di tutta l’Eurozona. “Se alcuni lavoratori preferiscono o scelgono il part time come un’opportunità – aveva spiegato la Cgil – la realtà evidenzia come per la stragrande maggioranza dei part time involontari le condizioni di estrema flessibilità nell’uso degli orari rendono i lavoratori persone che si devono adattare al ciclo e agli orari delle aziende”.

Le ore che eccedono quelle previste dal contratto di lavoro spesso vengono retribuite in nero

O peggio: “Come emerge anche dall’attività ispettiva condotta dall’Inail, in un rapporto regolarizzato a part time spesso si nasconde un full time irregolare”. Le ore che eccedono quelle previste dal contratto di lavoro, a volte, vengono retribuite in nero, e spesso neanche per intero. La retribuzione media annua di un lavoratore part time, calcola la Cgil, è di 11.451 euro, e si abbassa ancora nel Mezzogiorno, ma se all’orario ridotto si aggiunge anche il contratto a tempo determinato, e quindi l’occupazione discontinua, il salario lordo medio annuo si riduce a 6.267 euro.