Due parlamentari M5S positivi. Il Senato rischia il lockdown. Bloccati tutti i lavori, sanificazione e corsa ai tamponi. Casellati: “Io non chiudo”. Ma è fuggi fuggi generale

Erano circa le 11.30 di ieri quando è scattato l’allarme. Due senatori del Movimento 5 Stelle sono risultati positivi al Covid e, arrivate le prime informazioni, dopo pochi minuti è saltata la commissione bilancio che doveva esaminare il Decreto Agosto. Poi sono state sconvocate tutte le altre commissioni e alla fine è stata bloccata direttamente qualsiasi attività, tra parlamentari allarmati e corsa ai tamponi. In serata, dopo le prime rassicurazioni da parte dei questori e in attesa di uno screening attendibile sui possibili contagiati, è intervenuta la stessa presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha assicurato che lei non ha alcuna intenzione di chiudere Palazzo Madama. Il rischio lockdown al Senato però è concreto e nella camera dove la maggioranza ha i problemi maggiori, dovendo costantemente fare ricorso ai voti del Gruppo Misto, si preannunciano tempi difficili.

24 ORE COMPLICATE. A risultare positivi sono stati i pentastellati Francesco Mollame e Marco Croatti. Dopo un’ora di ritardo, sconvocata la seduta della commissione bilancio, è stato annunciato che lo stesso presidente Daniele Pesco si sarebbe dovuto sottoporre al tampone. “I senatori M5S che sono entrati in stretto contatto con i due colleghi in queste ore si stanno sottoponendo al tampone e tutto il gruppo parlamentare sta adottando le necessarie misure previste dai protocolli, così come abbiamo sempre fatto fin dall’inizio della pandemia”, ha provato subito a gettare acqua sul fuoco il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Gianluca Perilli.

Quindi, in via precauzionale, lo stop ai lavori, esteso anche a quelli delle commissioni parlamentari d’inchiesta a Palazzo San Macuto. Dal Senato è stato fatto poi sapere che il senatore Mollame non frequentava Palazzo madama dal 10 settembre e il senatore Croatti dal 24 settembre. I locali sono stati immediatamente sanificati. Molto dipenderà però dai controlli sui contatti stretti dei due parlamentari e in particolare del secondo. Sempre da Palazzo Madama, essendosi estesi i timori anche a Montecitorio, hanno quindi aggiunto che giovedì scorso senatori e deputati pentastellati si sono riuniti in due posti distinti, i primi in una sala della Biblioteca del Senato, in Piazza della Minerva, e i secondi nell’auletta dei gruppi di Montecitorio.

“Il tampone che ho effettuato nella giornata di ieri ha dato esito positivo – ha scritto Croatti su Facebook – giovedì ho preso parte all’assemblea dei senatori del Movimento 5 Stelle, munito di mascherina e nel rispetto del distanziamento sociale nei confronti dei presenti. Da lunedì pomeriggio sono in quarantena in casa”. “Confesso di essere stato fortunato nella mia vita non avendo sofferto mai per gravi patologie – ha scritto invece Mollame – mai stato così male. Questo virus è proprio una gran brutta bestia. Ma ciò che non uccide fortifica”. Un problema notevole, considerando anche i provvedimenti che Palazzo Madama deve licenziare in tempi stretti.

In base ad alcune indiscrezioni, vi sarebbero inoltre altri tre senatori positivi, ma su tale particolare non vi sono ancora conferme ufficiali. “Il Senato è aperto e non ho nessuna intenzione di chiudere. Non l’ho fatto neppure nel periodo più acuto della pandemia e sarebbe assurdo che succedesse adesso”. ha dichiarato la Casellati, annunciando che per oggi ha convocato la conferenza dei capigruppo. Ma non è lei a poter fermare il Covid.

IPOTESI SMART WORKING. Alla luce dello stop di ieri alcuni parlamentari sono tornati a chiedere il voto a distanza. “Speriamo che il Senato non si blocchi a causa Covid, ma sarebbe il caso di riprendere il dibattito sul lavoro a distanza del Parlamento, preparando decisioni opportune nel segno della prudenza e del dovere di funzionamento degli organi costituzionali. Prudenza e responsabilità”, ha twittato il costituzionalista dem Stefano Ceccanti. “Trovo inaccettabile che la democrazia debba fermarsi. L’avevo detto che il voto da remoto poteva tornare utile”, gli ha fatto eco il pentastellato Giuseppe Brescia. “In un momento così importante per il Paese non possiamo certo pensare di bloccare i lavori dell’Aula. Avevo depositato una proposta di modifica del regolamento per il voto online”. ha aggiunto la senatrice Elena Botto.