Due spicci per il Welfare nel Lazio, rivolta in Regione contro la legge targata FdI

Rivolta in Regione contro la nuova legge sul welfare targata Fdi, il Pd attacca: "Previsti pochi fondi e criteri illogici”.

Due spicci per il Welfare nel Lazio, rivolta in Regione contro la legge targata FdI

Trecentomila euro. Sarebbe questa la cifra stanziata tra il 2024 e il 2026 per far diventare realtà la proposta di Fratelli d’Italia, che prevede l’allargamento del bacino dei cittadini che possono accedere agli aiuti economici messi a disposizioni dalla Regione. Come? Ampliando i criteri per accordare i sostegni, superando quindi quello utilizzato attualmente – l’Isee – così da raggiungere anche quelle famiglie con redditi più elevati ma che per altre ragioni si trovano in una situazione di bisogno.

Verrebbero presi in considerazione nuovi fattori: l’essere un genitore solo o genitori studenti, essere un padre separato, aver perso il reddito per problemi di lavoro, avere figli gemelli, o essere in stato di gravidanza. Una proposta che la sinistra giudica, però, “ideologica”. Per la dem Marta Bonafoni “una legge finanziata con queste risorse, che soprattutto per il 2024 non ho mai visto in 11 anni di attività”, non può considerarsi un passo di civiltà.

“Questa”, dice, “è una leggina ideologica che, con una miseria in bilancio, vuole proporre un’idea di famiglia che le sentenze della Corte Costituzionale hanno rigettato”. I soldi stanziati – “du’ spicci”, dice Eleonora Mattia (Pd) – ammontano a 50mila euro nel 2023, 100mila nel 2024 e 150mila nel 2026, per un totale, appunto, di 300mila euro.

In Regione posizioni all’opposto

Nelle intenzioni dichiarate dal centrodestra c’è quella di non lasciare indietro nessuna famiglia del Lazio, un’iniziativa che, secondo la prima firmataria della proposta, Laura Corrotti, dimostrerebbe “come questa Giunta regionale sappia stare vicino alle famiglie”.

Non è vero, dicono da sinistra, anzi, per come è stata pensata la proposta di legge si creerebbero invece famiglie di serie A e famiglie di serie B, spiega ancora Bonafoni, visto che, per esempio, verrebbero esclusi tutti quei nuclei che hanno occupato abusivamente un immobile nei 5 anni precedenti alla richiesta di accesso ai servizi sociali. “Si affronta un tema serio”, commenta il consigliere in Regione del Pd, Massimo Valeriani, “con una superficialità allucinante, considerando che nel Lazio ci sono 2,7 milioni di famiglie.

Pagano i soliti

“Questa legge”, continua nel suo ragionamento Valeriani, “punisce la povertà, perché tra i fattori discriminanti c’è l’occupazione di una casa: è evidente che chi lo fa ha un problema. La povertà non è un reato ma una condizione di svantaggio e chi non paga le tasse molto spesso non ce la fa. Si confonde chi non paga acqua e luce con i grandi evasori”.

Ma la destra non ci sta e risponde alle accuse: “Anche quando si cerca di fare qualcosa di buono e di comune accordo”, dice Corrotti, “ci accusate di essere ideologici o razzisti. Razzisti perché? Perché si cerca di portare avanti le cose nella legalità… Questo non vuol dire essere razzisti o ideologici. Questi sono temi che stanno a cuore a tutti”, conclude la prima firmataria della proposta.