E al Village di Roma arrivano le unioni simboliche

di Astrid Nausicaa Maragò

Ormai è questione di tempo. Dopo l’abolizione del Doma, il provvedimento che imponeva la tassativa eterosessualità per contrarre matrimonio negli Stati Uniti, e dopo i ripetuti appelli della Comunità Europea ad eliminare ogni forma di discriminazione negli stati membri, il dibattito non potrà essere rimandato ancora a lungo nel nostro Paese. La questione del riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali deve essere affrontata.
A Roma dopo il cambio della guardia sulla poltrona del Campidoglio sembra aprirsi uno spiraglio per ottenere a breve l’istituzione del registro comunale delle unioni civili. E la consigliera comunale di Sel Imma Battaglia si dice pronta a lottare affinchè il registro stesso sia inserito tra le priorità dell’agenda di Marino.
Nel frattempo, in assenza di una disciplina, si provvede come si può. Così molte coppie omosessuali in mancanza di altri riconoscimenti sono costretti a ricorrere a riti simbolici pur di condividere il loro amore con i propri amici e parenti. E sono obbligate a ricorrere all’aiuto dei propri avvocati di fiducia o delle associazioni che tutelano i loro dirirtti per ottenere che molti aspetti legati alla vita di coppia convivente siano regolati con efficacia legale.
La novità di quest’anno è che le coppie avranno l’opportunità di pronunciare il loro “sì” alla manifestazione del Gay Village. Nicolas ed Harris saranno uniti simbolicamente in matrimonio da Imma Battaglia, presidente dell’Associazione Di’ Gay Project. La cerimonia si svolgerà come il più tradizionale dei riti, che prevede anche lo scambio delle fedi nuziali e delle promesse. Successivamente il matrimonio sarà celebrato anche da Vladimir Luxuria secondo il “Messaggio di Silo”, previsto dal Movimento Umanista.
Il Village si è autoproclamato “Stato libero”, entro il quale i cittadini omosessuali non sono esclusi come in Italia dal diritto al matrimonio. Ma queste unioni simboliche avranno anche degli effetti legali. All’evento saranno infatti presenti gli avvocati dello Sportello Legale dell’Associazione Di’ Gay Project e le coppie conviventi potranno siglare un vero e proprio contratto di convivenza. Si tratta di una scrittura privata con la quale le parti potranno regolare molte questioni che in assenza di una legge rischiano di generare conflitti: la proprietà di beni, l’uso dell’abitazione comune, la cessazione della convivenza, il diritto al mantenimento e l’assistenza in caso di malattia. Una soluzione temporanea, in attesa della disciplina necessaria.

@astridnausicaa