Di Marco Castoro
Prima è stato ribattezzato il Mondiale dei Mondiali (da Sky che ha l’esclusiva di tutte le partite). Poi è diventato il Mondiale dei numeri 10. Perché nella terra di Pelè i migliori sono stati proprio i campioni con addosso la mitica maglia. Lionel Messi, Neymar, James Rodriguez su tutti. Rispettivamente hanno preso per mano, portandole ai quarti di finale, Argentina, Brasile e Colombia. Ma anche Karim Benzema e Wesley Sneijder sono stati determinanti per Francia e Olanda.
Rimpianti azzurri
E l’Italia? Chi ha indossato la maglia con il 10? Quella che è appartenuta a Gianni Rivera, Roberto Baggio e Francesco Totti? Allacciate le cinture. Il 10 ce l’aveva Antonio Cassano. Il peggiore degli Azzurri in questo Mondiale. Entrato in campo nelle due partite che hanno sancito l’eliminazione dell’Italia. Mai incisivo sul terreno di gioco. Mai una giocata degna di nota. Un anonimo. Per contro, nello spogliatoio si è fatto notare molto. È stato tra i fomentatori che hanno contribuito a spaccare il gruppo. Ancora peggio di Balotelli. Ammesso e non concesso che Prandelli sia riuscito a costruirlo un gruppo. Buffon voleva addirittura mettere le mani addosso a Cassano dopo averlo sentito esprimersi sul discorso di commiato di Pirlo. Bella atmosfera, non c’è dubbio. Poi ci si chiede perché non si è vinto niente.
Alla faccia del numero 10
Prandelli doveva lasciarlo a casa uno come Cassano. Meglio un Giuseppe Rossi al 70 per cento che un giocatore logoro e logorante, che se in campo non parte titolare crea solo problemi. Ma il Ct ha sbagliato molto. Troppo. Nella scelta degli uomini, nella costruzione del gruppo, nel non dare un gioco alla squadra, nel concedere privilegi e strappi alle regole a personaggi come Balotelli e Cassano che quasi sempre non ripagano della fiducia concessa loro, perché la riconoscenza non ce l’hanno nel dna. Ora Prandelli sta firmando per il Galatasaray. Se ne va in Turchia. Si prenderà bei soldi ma l’Italia resterà lontana per un po’. È lui il vero scaricato dal calcio italiano. Più di Balotelli che scomodò i fratelli d’Africa per fare il confronto con il trattamento ricevuto dal clan azzurro. Chissà se a Istanbul Prandelli si porterà pure Cassano… Sarebbe il trionfo dell’autolesionismo. Mentre Balotelli rimane al Milan. Anche perché nessuno lo vuole più comprare.
Messi e soci
I numeri 10, quelli veri, hanno lasciato il segno ai Mondiali brasiliani. Lionel Messi ha fatto vedere la sua classe anche con la maglia dell’Argentina. È diventato decisivo. Come Maradona. Ora può vincere il suo primo Mondiale. Nei quarti però lo aspetta il Belgio, un’ottima compagine che finora ha sempre vinto (al 90’ o ai supplementari): 4 gare su 4. Come del resto hanno fatto gli argentini. I fiamminghi hanno un ottimo numero 10 che ancora non ha entusiasmato come sa fare. Si tratta di Eden Hazard, il fuoriclasse del Chelsea.
Stasera tocca al derby tra i fenomeni. Da una parte Neymar e il Brasile, imbattuto in casa in gare ufficiali da 39 anni. Dall’altra la Colombia, la nazionale che finora è piaciuta di più. James Rodriguez è la vera stella di questo Mondiale. Ha sempre vinto e segnato a raffica. Gol spettacolari e da antologia come quello all’Uruguay. Il Brasile stasera rischia l’eliminazione. Più di quanto l’abbia rischiata ai rigori con il Cile. Un altro 10 come Benzema dovrà vedersela contro i tedeschi. Mentre domani l’Olanda di Sneijder dovrebbe passare ai danni della Costa Rica. La rivelazione del Mondiale che ha messo in vetrina un 10 e lode come Bryan Ruiz, decisivo nella sfida contro l’Italia. In barba a Cassano. E a Prandelli.