E’ morta a Roma la giornalista Rossana Rossanda. Aveva 96 anni. Fondò il Manifesto e fu parlamentare del Pci

E’ morta nella notte a Roma la giornalista Rossana Rossanda. Aveva 96 anni. Lo annuncia sul suo sito web il quotidiano Il Manifesto, che aggiunge: “Ricorderemo la nostra fondatrice sul giornale in edicola martedì”. Rossana Rossanda nacque il 23 aprile 1924 a Pola. Crebbe a Milano, dove tra il 1937 e il 1940 frequento’ il liceo classico Alessandro Manzoni, anticipando d’un anno l’esame di maturità. Iscrittasi poi alla facoltà di filosofia della Statale, fu allieva del filosofo italiano Antonio Banfi. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, partecipò giovanissima alla Resistenza e, al termine del conflitto, s’iscrisse al Partito Comunista Italiano. In breve tempo venne nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del PCI.

Nel 1963 venne eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Esponente di spicco dell’ala di sinistra interna maggiormente movimentista del PCI, nel 1968, proprio nel bel mezzo delle dirompenti agitazioni studentesche ed operaie, pubblico’ un piccolo saggio, intitolato L’anno degli studenti, in cui esprimeva la sua adesione alle rivendicazioni che gruppi e collettivi di sinistra – anche all’infuori dei circuiti del PCI – stavano portando avanti.

Fortemente critica nei confronti del socialismo reale dell’Unione Sovietica e dei paesi del Blocco Orientale, assieme ai compagni della corrente ingraiana Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri contribuì alla nascita del Manifesto, da cui prese forma anche una distinta corrente critica nel firmamento politico del PCI. Rossanda venne radiata dal partito insieme con la sua corrente – e nonostante il parere contrario del futuro segretario nazionale Enrico Berlinguer – durante il XII Congresso nazionale del Partito a Bologna nel 1969.