E ora anche Bocchino incensa Alemanno e Silvio

di Marco Castoro

Come si cambia per non morire. Cantava Fiorella Mannoia qualche tempo fa. Come si cambia per non morire, assieme a Fli e Gianfranco Fini, canta oggi Oreste Martino sulle pagine online del Secolo d’Italia. Ma quale dei numerosi ex parlamentari rientrati nell’organico redazionale si nasconde dietro lo pseudonimo? Niente meno che Italo Bocchino. Folgorato sulla via di Damasco e diventato all’improvviso un berluscones e un alemanniano, a giudicare dai suoi articoli sul futuro del centrodestra dopo gli sbandamenti. Si tessono addirittura le lodi di un Gianni Alemanno stratega della nuova fase. Sì avete letto bene. Proprio così: Bocchino che parla bene dell’ex sindaco di Roma. «Il ragionamento prospettato da Alemanno non fa una piega quando sostiene che se il Popolo delle Libertà si trasforma da partito in coalizione, così com’era la Casa delle Libertà», scrive il Bocchino-Martino, che poi aggiunge: «Dal ritorno di Forza Italia non può non nascere anche un nuovo soggetto che rimetta insieme tutti i segmenti della destra finiti in più rivoli, elettori oggi collocati nel Pdl, in Fratelli d’Italia, nella Destra e in Fli, ma soprattutto nell’astensionismo».
Il nuovo Italo è pronto a ricoprire di elogi perfino il nemico Silvio Berlusconi. Che fai ci cacci? È solo un lontano ricordo. Gettata la spada, o meglio disarcionato anche dal cavallo nelle ultime elezioni, l’ex destriero di Fli è pronto a rivedere le sue idee rivoluzionarie, in nome della restaurazione e di Re Silvio, al quale è pronto a baciare l’anello. Seppure a farlo sia Oreste Martino. In riferimento al nuovo centrodestra Martino-Bocchino scrive: «Tale percorso può essere l’occasione per mettere alcuni paletti sui quali negli anni passati ci sono stati troppi sbandamenti, da una parte e dall’altra. Il primo paletto è che serve un partito di destra moderna rivolta al centrodestra, il secondo è la chiara appartenenza alla coalizione guidata ancora da Berlusconi, il terzo l’ancoraggio al Partito popolare europeo e il quarto è la necessità di essere molto critici con il governo Letta, ormai in evidente stato confusionale e incapace di gestire le emergenze economico sociali sul tappeto».
Beh, che dire. Anche la pecorella smarrita può tornare all’ovile. Soprattutto se si parla degli sbandamenti nel centrodestra.

@marcocastoro1