E spunta il solito salasso all’industria farmaceutica

di Carola Olmi

Altro che dare stimolo all’economia e creare nuove opportunità di crescita. Acuni degli emendamenti alla legge di stabilità “sono veramente preoccupanti” per interi settori industriali, come quello farmaceutico. A creare allarme, in particolare il testo presentato al Senato per introdurre delle gare regionali di farmaci anche non equivalenti ma con la stessa indicazione terapeutica. A mettere in guardia il Parlaemnto è il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. “Se dovesse passare soltanto uno di questi emendamenti, ci saranno tagli, delocalizzazioni e quindi perdite di posti di lavoro”, ha detto il numero uno dell’associazione che rappresenta le imprese del settore farmaceutico.

Fuga dall’Italia
L’arrivo di una nuova tegola sul settore potrebbe indurre anche le aziende più radicate nel paese a prendere in considerazione il trasferimento di nuove linee produttive all’estero. “Questa – ha aggiunto Scaccabarozzi – non è una minaccia, ma sarà la conseguenza” degli effetti prodotti dagli emendamenti presentati. “La disoccupazione è gia’ a livelli record: vogliamo alimentarla? va bene…”, ha proseguito Scaccabarozzi sottolineando come il settore farmaceutico sia strategico per il Paese e per agganciare la ripresa economica. “Purtroppo – ha concluso il presidente di Farmaindustria – ci sono ancora pregiudizi e ideologie che vanno rimossi. E c’è un atteggiamento antindustriale crescente da parte di alcuni soggetti”.

Già persi 13 mila posti
A fare i conti di quanto è costato spremere fiscalmente il comparto farmaceutico in Italia, il dato ricordato dallo stesso Scaccabarozzi è impressionante. Solo negli ultimi anni abbiamo già perso 13 mila posti di lavoro nel settore farmaceutico. Ma soprattutto dato un vantaggio competitivo ai gruppi concorrenti esteri, agevolati – mica come da noi! – nella ricerca e nelle produzioni ad alto valore aggiunto, come nel caso dell’industria farmaceutica e medica in generale. Una miopia che in Italia continua ad annebbiare la vista al legislatore, anche in questa legge di stabilità.