Ecco a che serve prendere gli Stati per il collo. I tedeschi si pappano subito gli aeroporti greci e a fine anno le ferrovie

 

di Sergio Patti

Ecco a che serve prendere gli Stati per il collo. I nuovi aiuti promessi alla Grecia non sono ancora arrivati ad Atene e già parte l’assalto a quel po’ che resta dell’argenteria di famiglia. Guarda caso proprio con i tedeschi a guidare le danze. Il gruppo di Berlino Fraport si prenderà 14 aeroporti regionali per 1,23 miliardi di euro. La decisione è apparsa sulla gazzetta ufficiale e consente al gestore aeroportuale tedesco di consolidare la presenza nel Paese ellenico, dove godeva già delle concessioni su alcuni tra scali obbligati per il turismo greco: da Creta a Santorini, da Mykonos a Salonicco. Il progetto si era già occupata la Notizia negli articolo apparsi sul quotidiano l’11 luglio scorso. Fraport, tra l’altro, avrebbe mire anche su alcuni aeroporti italiani, come riportato sempre da La Notizia in un altro articolo del 18 settembre dell’anno scorso e dell’11 febbraio di quest’anno (vedi sul sito).

Ma non fiisce qui. Entro la fine di dicembre sono attese le offerte vincolanti anche per l’operatore ferroviario greco Trainose e la società di materiale rotabile Rosco. Vendite che fanno parte tutte parte del piano di privatizzazioni preteso dai creditori internazionali per erogare i nuovi prestiti. Soldi che i greci neppure vedranno. L’intero ammontare degli 83 miliardi appena concessi dall’Europa sono già stati prenotati dai numerosi creditori di Atene e dunque entreranno e usciranno dalle casse senza lasciare nulla al Paese per ripartire.

Il risultato inevitabile è che prestissimo i greci saranno sull’orlo del baratro come è stato nelle settimane scorse. Un epilogo che non sfugge al Parlamento tedesco dove il cancelliere Merkel è dovuto tornare di corsa per presidiare il via libera agli aiuto appena concordati. Aiuti sui quali non a caso è arrivato in extremis l’ok di Schauble, il ministro del Tesoro che ha guidato i falchi del rigore fino a strappare il senso stesso della convivenza di Atene nella comunità europea.

L’unica via d’uscita realistica per la Grecia, dopo aver privatizzato tutto quello che c’è, resta la cancellazione di parte del debito (in molti casi creato artificialmente con il meccanismo degli spread), come chiede il Fondo monetario internazionale. Una richiesta che sa di pretesto per far saltare il banco, in quanto ha totalmente contraria la Germania. Così la Grecia tira a campare, aspettando un epilogo già scritto dopo essere stata spogliata di tutto.