Ecco come funziona la Bestia della Lega. Report indaga sulla “macchina della paura” con una nuova inchiesta dedicata alla propaganda politica sui social

Ma la “Bestia” fa davvero così paura? è davvero così potente? Ma soprattutto, qual è il fil rouge che lega la comunicazione social di Matteo Salvini e quella di Giorgia Meloni? Fiumi d’inchiostro sono stati versati per analizzare e provare a capire cosa c’è davvero dietro al complesso di sistemi informatici che definiscono l’attività social dei sovranisti – ma anche del Movimento 5 Stelle – e che trasformano ogni post, tweet e fotogramma postato in in un potentissimo mezzo di propaganda.

Ormai tutti gli addetti ai lavori sanno chi è Luca Morisi, lo spin doctor social di Salvini, o cosa siano i famigerati bot, cioè i generatori di messaggi automatici. Di questo si è occupato ieri sera su Rai Tre Report che, ad una settimana dalla discussa puntata sui legami fra la Lega, Gianluca Savoini e la Russia, torna ad occuparsi del Carroccio, incentrando l’inchiesta sull’ideologia, le strategie e le anomalie che alimentano la comunicazione e la propaganda sul web.

L’inchiesta, firmata da Giorgio Mottola si focalizza soprattutto su alcuni termini usati sui social contemporaneamente, a partire dal 2017, sia dal leader della Lega che dalla Meloni: in particolare “sostituzione etnica”, in inglese “The Great Replacement”, un termine usato in America dai suprematisti bianchi – non da Donald Trump però – . Uno degli ideologi statunitensi di questa “dottrina”, intervistato dall’inviato di Report, non ha nascosto le sue simpatie per Salvini e ha tratteggiato le sue idee fra le quali quella secondo cui il quoziente intellettivo dei bianchi sarebbe superiore a quello dei neri.

Nel servizio si è provato a spiegare come i post inerenti ai crimini degli extracomunitari di colore vengano viralizzati – alcuni hanno raggiunto addirittura 10 milioni di visualizzazioni – e condivisi nei gruppi social vicini sia alla Lega che al M5S e come alcune campagne – soprattutto riguardanti migranti e Ong – siano diventate virali attraverso bot e sock puppet (account marionetta che servono per dare risonanza ai propri messaggi e alle campagne sul web, dando l’impressione che quei contenuti siano più popolari di quel che effettivamente sarebbero), utilizzati anche per “colpire” quelli che la propaganda leghista individua come “nemici” del Capitano.

Attacchi che vengono da account anomali. O da Francesca Totolo, conosciuta anche come Dama Sovranista, blogger vicina a Casapound, molto attiva sui social nella propaganda sovranista. Non potevano mancare i legami con la Russia: i giornalisti di Report hanno scoperto che un casolare nelle campagne veronesi, che in camera di commercio risulta essere intestato a Morisi, sarebbe stato acquistato dallo stesso da un imprenditore italiano – Andrea Lieto – che ha molti affari in comune con i russi e società in paradisi fiscali. E il vicino di casa? Si chiama Andrej Markianov, russo con interessi nel settore petrolifero. Curiose coincidenze, non c’è che dire.