Ecco il sistema Sardegna nelle carte della Dda di Cagliari

Al vertice il boss Cossu: diede la scorta al governatore della Sardegna Solinas. E la regia dell’ex assessora Murgia arrestata.

Ecco il sistema Sardegna nelle carte della Dda di Cagliari

Cagliari come Reggio Calabria. La Sardegna come la Calabria o la Sicilia, una regione in mano alla mafia, che controlla affari, muove gigantesche quantità di droga, pilota voti, si insinua negli apparati della Regione Sardegna, arrivando anche ad essere determinante nell’elezione del rettore dell’Università di Sassari e che, soprattutto, ha profondi rapporti con i vertici politici regionali. Il tutto facilitato dalla massoneria. È quanto emerge dalle 407 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che mercoledì ha portato in carcere o ai domiciliari 31 persone e a un indagato a piede libero, ovvero Massimo Temussi, giù braccio destro del presidente Christian Solinas, poi strettissimo consulente del ministro del Lavoro Calderone, attuale presidente e direttore dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del Lavoro (Anpal).

Al vertice il boss Cossu: diede la scorta al governatore della Sardegna Solinas. E la regia dell’ex assessora Murgia arrestata

Pesantissimi i reati contestati a vario titolo dalla DDA (che per la prima volta ha contestato l’aggravante mafiosa in Sardegna): associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione segreta, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e altri reati come peculato e corruzione. Tra gli arrestati spiccano i nomi, oltre che di Temussi, anche dell’ex assessora regionale dell’agricoltura Gabriella Murgia e del primario Tomaso Gerolamo Cocco, responsabile della terapia del dolore all’ospedale Marino di Cagliari. A capo del sodalizio, che è riuscito a unire gli storici gruppi dell’Anonima sequestri ai gruppi di potere para-politico, Nicolò Cossu, alias “Cioccolato”, pregiudicato dall’enorme caratura criminale. È lui che grazie all’ex assessora Murgia e al medico Cocco, muove le fila di questa associazione. Una libertà di azione possibile grazie anche alle sue conoscenze nei più alti vertici regionali.

Scrivono i magistrati: “Cossu risulta disporre, nonostante i suoi trascorsi criminali, di rapporti diretti con ambienti politici di vertice nel governo locale, quali i consiglieri regionali Satta (Giovanni, vicepresidente del Partito sardo d’Azione, ndr) e Lancioni (Gianfranco, anch’egli del Psd’Az, ndr), fino ad arrivare allo stesso presidente della giunta regionale (Solinas, ndr)”. Anzi, per i pm, è proprio a Cossu che Solinas deve più di un favore, perché, rivela Cocco intercettato “si era messo in mezzo quando era stato minacciato”, offrendogli protezione. Protezione che Cossu dà certamente a Solinas il 17 agosto 2022, durante un’animata manifestazione dei pastori a Cagliari. Allora Cossu e il suo aiutante Tonino Crissantu (nipote della primula Graziano Mesina) accorrono in piazza, su richiesta dell’ex assessore Murgia, per “scortare” il presidente. Cioè i mafiosi che fanno il servizio d’ordine al presidente…

È lo stesso Cossù, poi che si “applica” per trovare i voti necessari al professor Gavino Mariotti per diventare magnifico rettore dell’Università di Sassari (Mariotti, amico personale di Solinas e fino a pochi giorni fa possibile candidato presidente del centrodestra alle prossime regionali). In cambio Mariotti “si mette a disposizione del sodalizio in tutti i suoi desiderata”. Ma quella in università non è la sola elezione nella quale il gruppo muove pacchetti di voti. Accade, scrivono i magistrati anche per le regionali in Umbria del 2019 (dove si adoperano per far votare le famiglie sarde per la candidata di centro destra Donatella Tesei) e per le suppletive per il Senato del 2020 nel Nord Sardegna. Lì, vincerà il medico e professore all’università di Sassari, Carlo Doria, che alla scadenza del mandato, Solinas nominerà assessore regionale alla Sanità.

Secondo i pm della Dda di Cagliari a fare da raccordo tra malviventi e colletti bianchi era pure un primario

Del resto anche Doria conosce Cossu: i magistrati raccontano infatti di uno “spuntino” (così sono chiamati gli incontri segreti tra i membri dell’associazione nei quali si decidevano gli affari) del 6 marzo 2021 al quale partecipano Cossu, Crissantu, il consigliere Satta, il senatore Doria e il rettore Mariotti. A fare da raccordo tra il gruppo “della forza bruta”, cioè i malviventi di Cossu e i colletti bianchi sono l’ex assessora Murgia e il medico Cocco. Proprio quest’ultimo è il grimaldello per l’infiltrazione. Grazie ai suoi rapporti con Temussi (da qui l’accusa per lui di abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio), allora commissario straordinario all’Ats Sardegna, riesce a vincere un concorso per dirigente della Struttura semplice dipartimentale della terapia del dolore presso l’ospedale Binaghi di Cagliari.

Peccato che la nomina arrivi prima ancora che la struttura esistesse e grazie ai rapporti di fratellanza di loggia con il presidente della commissione esaminatrice. Non a caso il Grande Oriente d’Italia, appena saputo dell’arresto di Cocco, ha dichiarato: “Il Fratello Tomaso Cocco, appartenente alla R.L. loggia ‘Armando Corona’ (1509) all’Oriente di Cagliari, è sospeso a tempo indeterminato da ogni attività massonica”. “Prima si è creato un concorso ‘farsa’ per la nomina di Cocco”, scrivono i pm, “quale dirigente della struttura, poi si è creata la struttura stessa”. E, secondo la ricostruzione dei magistrati, è lo stesso Solinas ad interessarsi affinché Cocco abbia la struttura, bloccata da intoppi burocratici. Intercettato il medico racconta alla madre: “Allora lui (Cossu, ndr) ha preso e ha parlato con Christian (Solinas, ndr)… il Presidente… incazzato nero! Lui gli ha detto: ‘Perché Tomaso… no perché io lo conosco’…”.

E in effetti, poco dopo, grazie agli uffici di Lancioni e Temussi, per i pm, la struttura nasce. Altro personaggio presente ad almeno uno spuntino (il 15 agosto 2020, a Orgosolo, dove Cossu riunì numerosi pregiudicati di grosso spessore, come Matteo Boe) e che per i magistrati avrebbe goduto di un aiuto elettorale nel 2020, è l’avvocato Rinaldo Lai. Il penalista, che giovedì ha assunto la difesa di Crissantu, era finito pochi mesi fa al centro delle cronache per aver affittato nel 2020 alla società pubblica Acea per 44 milioni di euro per 30 anni dei terreni – destinati a ospitare la centrale fotovoltaica più estesa della Sardegna – che suo padre aveva acquistato sei anni prima a soli 100 mila euro.