Ecomafie in Campania. Napoli resta in cima alla classifica per numero di reati

Presentato il Rapporto di Legambiente sulle Ecomafie. Ancora forti gli interessi dei clan.

Ecomafie in Campania. Napoli resta in cima alla classifica per numero di reati

È la provincia di Napoli dove si concentra la maggior parte dei reati ambientali in Campania. A seguire c’è quella di Salerno. Questo è il dato principale del “Rapporto Ecomafia” che Legambiente ha presentato, con i nuovi dati degli ultimi cinque anni di criminalità ambientale nella regione, al Casale di Teverolaccio di Succivo, in provincia di Caserta, sede operativa del circolo Legambiente Geofilos e della cooperativa Terra Felix oggetto negli ultimi mesi di atti intimidatori negli ultimi 8 mesi.

Presentato il Rapporto di Legambiente sulle Ecomafie. Ancora forti gli interessi dei clan

In questi anni, spiega l’associazione ambientalista, “a spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati circa 80 clan attivi in tutte le filiere analizzate da Legambiente: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare”. “I numeri e le storie raccolte nel rapporto – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – confermano il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, enti di controllo e magistratura. E dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali.

Le ecomafie continuano ad affondare le loro radici nell’ambiente, spinte da interessi trasversali in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale, economica e organizzata in un triangolo perfetto. È urgente affiancare alla risposta giudiziaria, una risposta politica-istituzionale ancora troppo carente. Siamo ancora in attesa che inizi concretamente con tempi e regole certe la bonifica del territorio, di azioni concrete per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti che fermino quei “tour” che da sempre alimentano le ecomafie. Come dimostrano i dati dei reati degli ultimi cinque anni, sottolinea Legambiente, “il ciclo dei rifiuti resta il settore maggiormente interessato dai fenomeni più gravi di criminalità ambientale: dal 2018 sono 8.461 i reati contestati, la Provincia di Napoli risulta la provincia più colpita, seguita da Caserta.

Il Cilento svetta nei crimini sui rifiuti. Il centro irpino si aggiudica la palma degli abusi con il cemento

La Campania, poi, “si conferma capitale del cemento connection con 7.360 reati accertati dal 2018”. Qui è la provincia di Avellino in testa alla classifica provinciale, seguita da Napoli e Salerno. “Abbiamo scelto di presentare a Succivo il Rapporto Ecomafia – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – come risposta ai continui attacchi intimidatori nei confronti della nostra cooperativa e per ribadire con chiarezza che verrà rispedito al mittente ogni tentativo di voler mettere in ginocchio l’esperienza dei ragazzi e soci di Succivo.

Secondo Ciafani è necessario “mettere in campo maggiori attività di prevenzione e di controllo, nuove normative stringenti come i delitti contro le agromafie e la fauna che ancora faticano a vedere la luce e avvalersi della nuova direttiva europea sui crimini ambientali recependo in tempi brevi”. “La direttiva- conclude Ciafani – approvata a fine febbraio dal parlamento europeo, prevede nuovi illeciti come l’ecocidio, un inasprimento delle sanzioni, maggiori tutele per chi denuncia e l’impegno di facilitare l’accesso alla giustizia per le associazioni”.