Edilizia scolastica, i conti non tornano

di Antonello Di Lella

Il consiglio dei ministri di mercoledì ha partorito 3,7 miliardi per l’edilizia scolastica. Qualcosina in più rispetto alle previsioni, ma ancora pochi. Insufficienti rispetto alle reali esigenze. A sottolinearlo ieri l’Unione degli Studenti (UdS), ma su La Notizia (vedi il numero di sabato 8 marzo 2014) avevamo avvertito del rischio bluff. Certo, 3,7 miliardi non sono mica bruscolini. Ben vengano. Allo stesso tempo, però, c’è da dire che la situazione dell’edilizia scolastica risulta ben più drammatica e le stime fatte dalla Protezione Civile parlano di 13 miliardi necessari per la messa in sicurezza di tutte le strutture scolastiche italiane. L’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), in occasione di un’audizione alla Camera in VII commisssione, ha sottolineato che al fabbisogno dei 13 miliardi “si aggiunge quello relativo agli investimenti necessari per la riqualificazione energetica e gli adeguamenti funzionali degli edifici”. Ben più grave, però, sarebbe stando a quanto sottolineato dall’Ance, che dei 2,3 miliardi per le ristrutturazioni e stanziati in 10 anni, il 53% della somma (1,2 miliardi) resta ancora da attivare.

La delusione
Oltre ai fondi destinati all’edilizia il presidente del Consiglio Renzi ha promesso di ripristinare i tagli decurtati, da due anni ormai, per pagare gli scatti stipendiali dei docenti. Questa mossa è stata colta con favorevole sorpresa dall’Unione degli Studenti: “Accogliamo con favore l’impegno di rifinanziare il Mof”, ha dichiarato il coordinatore nazionale dell’UdS, Roberto Campanelli, “e speriamo inoltre si prenda in considerazione di finanziarlo maggiormente per garantire un reale miglioramento dell’offerta formativa”. Molte critiche sull’edilizia, invece, dove si sarebbe potuto fare di più: “Sappiamo che il budget per rimettere in sesto le scuole si divide tra fondi stanziati da provvedimenti precedenti e proventi derivanti dal fondo di coesione destinato alla sicurezza delle scuole”, ha criticato Camanelli, “riteniamo che manchi ancora una precisa volontà politica di costruire un piano nazionale per l’edilizia scolastica, da lanciare ora per la grave emergenza e da rendere strutturale dalla prossima legge di stabilità”. Così i 10 mila interventi scolastici previsti dovrebbero toccare soltanto il 22% del patrimonio scolastico.