Arridatece er puzzone gridavano i romani davanti al caos delle prime epurazioni antifasciste. Il puzzone era Mussolini, e a invocarlo non erano né vecchie camice nere né ex collaborazionisti. Era gente comune, costretta alla logica del “si stava meglio prima”, perché il “dopo” si presentava spaventoso e pieno di insidie. Arridatece er puzzone è quello che tante anime belle, democratiche e pacifiste, hanno detto negli ultimi anni di Gheddafi. Il rais non governava facendo sconti ai gruppi tribali che hanno fatto esplodere la Libia dopo la sua morte. Uno degli effetti ce l’abbiamo sotto gli occhi con le migliaia di migranti che arrivano sulle rotte di Tripoli. Ora la stessa situazione si ripropone in Siria. L’Occidente, con in testa americani e francesi, dopo averlo finanziato per anni, non si fidano più del leader di Damasco, Assad, e vogliono toglierlo di mezzo. La Russia invece sostiene il presidente siriano, con l’argomento che una volta fatto fuori, il Paese sarà instabile per anni, a tutto vantaggio dell’Isis, e presto tutti lo rimpiangeranno. Su questa divergenza Usa e Russia stanno tornando a giocare alla guerra. L’unico gioco che finisce sempre senza vincitori.
L'Editoriale