L'Editoriale

Ai negri nemmeno un fiore

Sulla tragedia di Cutro cresce l’ombra di un’omissione nei soccorsi, in un generale clima di feroce contrasto da parte del governo Meloni allo sbarco di questi disperati.

Ai negri nemmeno un fiore

Ditemi se non sembra L’Istituto Luce ai tempi della buonanima: “Giorgia Meloni ha conquistato l’India. Nelle strade caotiche di New Delhi il suo volto su cartelli giganti di benvenuto non può passare inosservato a milioni di persone che ogni giorno attraversano la capitale del Paese. Sembra una star cinematografica”.

Dice così un lancio dell’Agenzia Giornalistica Italia (Agi) di proprietà dell’Eni e di cui è direttore dimissionario quel Mario Sechi che da lunedì sarà il capo ufficio stampa della Meloni medesima. Prodigi dell’informazione figlia dei rapporti incestuosi tra stampa e potere.

Dove invece non si è vista la faccia né della premier né di un suo sottopancia è a Crotone, nella camera ardente allestita in un palazzetto dello sport per farci entrare tutte le 67 bare dei migranti annegati a largo di Cutro.

Una tragedia su cui cresce l’ombra di un’omissione nei soccorsi, in un generale clima di feroce contrasto da parte del governo allo sbarco di questi disperati. Così a mostrare l’umanità di noi italiani sono andati il presidente Mattarella ed esponenti delle opposizioni.

E dire che i ministri incapaci di impedire tragedie con tante vittime in tutto il mondo tolgono il disturbo, come ha fatto il responsabile dei trasporti in Grecia all’indomani dello scontro tra due treni.

Ma a Piantedosi, Salvini e, perché no, anche alla responsabile dell’azione complessiva del governo, Meloni, l’idea di trarre le conseguenze di questa carneficina non li sfiora. In fondo erano poveri “negri” che non meritavano neppure l’omaggio prima del funerale.