L'Editoriale

Benvenuti nell’Isola che non c’è

Nell’Isola che non c’è spunta puntualmente un Peter Pan di turno a rovinare la festa alla premier Giorgia Meloni.

Benvenuti nell’Isola che non c’è

Nell’Isola che non c’è, il Paese di Bengodi decantato un giorno sì e l’altro pure dalla propaganda delle destre, spunta puntualmente un Peter Pan di turno a rovinare la festa alla premier Meloni. Per quanti sforzi lei faccia, come il Capitan Uncino di Barrie, quello non sente ragioni. E si mette d’impegno a guastarle il copione del romanzo sull’Italia sfavillante liberamente tratto dagli appunti del diario (dei sogni) di Giorgia.

Mercoledì, per dire, a rovinarle la giornata, c’ha pensato l’Istat con i dati sulla povertà assoluta. Che con lo smantellamento del Reddito di cittadinanza, continua ad aumentare. E dopo aver toccato il 9,7% di incidenza nel 2022, sembra destinata a galoppare ancora inesorabilmente. L’altro ieri, invece, è stata la volta della Svimez. Che ha riabilitato pure il Superbonus, pietra dello scandalo secondo Meloni, di tutte le recenti piaghe del Paese. Il tanto vituperato 110% avrebbe avuto, stando ai numeri dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, un “significativo impatto” sul Pil e l’occupazione, generando 3,8 punti di Prodotto interno lordo con 322mila occupati in più nel Centro-Nord e 2,9 punti di Pil con altri 107mila occupati al Sud. Ma non finisce qui.

L’ultima delusione per Giorgia è arrivata ieri da quei cattivoni del Fondo monetario internazionale che le hanno sbianchettato perfino il capitolo sulla crescita. Destinata a crollare, secondo l’organizzazione di Washington, allo 0,2% nel 2026 con l’esaurirsi della spinta del Pnrr e del Superbonus, mentre il debito pubblico potrebbe superare il 140% già nel 2025. Dati da incubo, che stroncano la narrazione della premier proprio nel giorno in cui, a Potenza per la chiusura della campagna elettorale in Basilicata, esaltava un’Italia che ha smesso di essere finalmente fanalino di coda. Il tutto mentre i sondaggi continuano ad esserle inclementi. Con Fratelli d’Italia al 27,2% (Supermedia Agi/Youtrend), il partito della premier ha toccato il livello più basso di consensi da quando è al governo. Ma la colpa è sempre di Peter Pan.